Innovazione

Il peta che fa bene alla scienza

Due computer di IBM e Cray battono il record di velocità. A che cosa serve? A simulare la velocità del pensiero, per esempio. E i cambiamenti climatici. E la profondità dell'Universo. E... (Riccardo Meggiato, 2 gennaio 2009)

A volte vincere una sfida significa portarsi a casa una coppa o una medaglia. Qualche volta, al sapore della vittoria si aggiunge anche quello di una "rivoluzione", come nel caso di Roadrunner, computer che adesso troneggia nella Top 500, la classifica dei 500 computer più veloci del pianeta. Vittoria e "rivoluzione": perché il computer di IBM, insieme al secondo classificato, il Cray XT5 Jaguar, sono i primi due elaboratori ad aver superato di un soffio la velocità di un petaflop. Ma più che di un primo e secondo posto, questa è una vittoria unica della tecnologia umana e apre nuovi orizzonti alla ricerca.
PETAFLOP Sì, perché un computer in grado di superare un milione di miliardi di calcoli al secondo (un petaflop, appunto), consente di spingere le simulazioni scientifiche a livelli finora inimmaginabili. Al punto che c'è chi afferma che, grazie a questa tecnologia, «il metodo scientifico è cambiato per la prima volta da quando Galileo ha inventato il telescopio, nel 1609». A parlare è Mark Seager del Lawrence Livermore National Laboratory, istituto di ricerca sulle tecnologie dedicate alla sicurezza nazionale. Con un occhio di riguardo a quelle che coinvolgono l'ambiente e il clima. Il riferimento non è casuale, perché, una delle applicazioni a trarre maggior beneficio dall'incredibile potenza di calcolo di questi supercomputer sarà proprio la creazione di modelli climatici attendibili. Cioè di sistemi in grado di valutare il clima passato e attuale, e di formulare previsioni attendibili sulle possibili evoluzioni.

DUE PIXEL NON BASTANO Giusto per fare un esempio basti pensare che lo stato del Tennessee, lungo oltre 640 chilometri, nei modelli climatici attuali è rappresentato da due soli pixel. Proprio così: due miseri puntini di uno schermo, assolutamente insufficienti a studiare le condizioni climatiche di quel luogo. L'utilizzo di computer potenti come Roadrunner e XT5 Jaguar migliorerebbe notevolmente l'accuratezza di queste rappresentazioni, ma è chiaro che i benefici sarebbero enormi anche in fisica, biologia, matematica, astronomia e molti altri settori della ricerca scientifica. Gettando le basi per la simulazione cerebrale, per esempio, per riprodurre in tutto e per tutto il funzionamento del cervello umano. La solita "sparata"? Non è di questo avviso Raymond Kurzweil, esperto d'informatica e sistemi d'intelligenza artificiale, che valuta in 10 petaflop la "velocità" del nostro cervello: partendo dai risultati dei computer di IBM e Cray, ritiene che in meno di 7 anni avremo elaboratori di questa potenza.

Del resto, nell'Oak Ridge National Laboratory, dove sono sviluppati i computer Cray, trovano posto anche l'ottavo e il quindicesimo computer della Top 500, che insieme al "fratello maggiore", scatenano una potenza totale di 2,5 petaflop. E c'è da giurare che, nel Los Alamos National Laboratory, casa di Roadrunner, stiano preparando un nuovo assalto al record. Perché in fondo, anche alla faccia dei petaflop, restiamo umani, e le sfide ci piace vincerle anche solo per la coppa.

2 gennaio 2009
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