In un recente e approfondito articolo sul New York Times ho letto che negli Stati Uniti inizia ad esserci grande preoccupazione per come stanno crescendo le ragazze e i ragazzi che fanno un ampio utilizzo della Rete e dei mezzi tecnologici in generale. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista medica "Pediatrics", infatti, l'essere costantemente connessi a Facebook, o il guardare continuamente video su YouTube, o più semplicemente il rispondere agli sms mentre si studia influenzerebbe negativamente la memoria, indebolendo ulteriormente il già scarno vocabolario degli studenti medi americani.
Beh, direte, questo può apparire abbastanza ovvio! Certamente, ma è la prima volta che il problema balza agli onori del dibattito scientifico, tanto che l'associazione internazionale degli psichiatri discuterà presto l'introduzione dell'internet addiction disorderfra le patologie elencate nella nuova edizione del Manualof Mental Disease, l'elenco ufficiale delle malattie psichiche umane utilizzato a livello clinico dalla maggior parte degli psichiatri in giro per il mondo.
Pare proprio che collegarsi a internet durante lo studio o il lavoro "sovrascriva" le informazioni importanti e più "noiose", attivando diverse aree del cervello in modo molto più intenso di quanto non succeda quando si guarda un film o si ascolta della buona musica. A ciò si aggiunge che spesso gli internauti hanno grossi problemi con il sonno (ahimè, ne so qualcosa), momento fondamentale che il cervello utilizza per "fissare le idee" e fare un backup delle esperienze vissute durante tutto l'arco della giornata.
E' per questo motivo che molti studenti, anche nella Silicon Valley, stanno avendo grossi problemi con le proprie medie scolastiche, precludendosi di fatto delle brillanti carriere in Google, Microsoft o Apple che sarebbero a portata di mano! Un vero peccato...
Mi raccomando però, tagliate su Facebook, ma non smettete di leggere GeekJack!