di Peppe Croce
Jeff Bezos, fondatore e CEO di Amazon, si è messo in testa di recuperare i cinque enormi motori che lanciarono nello spazio l'Apollo 11. La navicella spaziale americana che portò il primo uomo sulla Luna.
"L'Apollo 11 fu lanciato in orbita tramite cinque motori da record. Ora sono in fondo all'Atlantico"
Dallo spazio ai fondali -
Motori da record - Il padre, e attuale amministratore di Amazon, di certo ha soldi a sufficienza per portare a termine l'impresa. Ma non sarà facile perché si tratta di motori veramente particolari. Per essere costruiti con la tecnologia del 1969, infatti, sono realmente da record: ogni motore F-1, questo il loro nome in codice, aveva una spinta di un milione e mezzo di libbre, 32 milioni di cavalli di potenza e un consumo al secodno di seimila libbre di cherosene misto ad ossigeno liquido. Lasciarli in fondo al mare, in effetti, sarebbe un vero peccato.
Bezos Expeditions - Ma Bezos, per portare a termine il compito che si è assegnato, dovrà scendere parecchio sotto la superficie dell'Oceano Atlantico dove i motori riposano dal lontano 1969. E l'impresa ricorda quella appena compiuta da James Cameron, appena tornato dai diecimila metri di profondità della Fossa delle Marianne. Bezos dovrà fare molta meno strada per trovare i motori dell'Apollo 11, ma molta più fatica per farli risalire in superficie. Senza romperli, tra l'altro, e nessuno sa in che condizione si trovino in questo momento. Di sicuro erano parecchio robusti per sopravvivere alle sollecitazioni di un lancio nello spazio, ma dopo quarant'anni in fondo all'Oceano forse saranno un po' arrugginiti. A tentare il recupero sarà la società privata Bezos Expedition, ma il boss di Amazon ha già detto che il loro posto sarà in un museo. Magari lo Smithsonian Institution National Museum di storia naturale. (sp)