Il concetto di motore ci fa pensare immediatamente al mondo automobilistico e, quando si tratta di questo settore, ricorrono sempre i soliti assiomi machisti, del genere “grande è bello”. Ad esempio, la nuova Ferrari 458 non sarebbe il sogno di tutti se non fosse dotata del suo 8 cilindri di oltre 4 litri: grazie ad esso, è stata perfino insignita di numerosi premi, uno dei quali proprio per il suo rombo quasi melodico. Bene, ora fate pure tabula rasa, perché stiamo per parlare dell’esatto opposto, ovvero del motore elettrico più piccolo del mondo.
Il progetto è nato nella Tufts University del Massachusetts ed è sicuramente una delle invenzioni più interessanti dell’anno nel campo delle nanotecnologie: il suo pistone - se ci passate l’analogia - altro non è che una singola molecola di metil-butil-solfuro; questa, appoggiata su una sottilissima lamina di rame, viene attivata attraverso un impulso elettrico, trasmesso da uno speciale microscopio a scansione ad effetto tunnel. In questo modo, la particella inizia a ruotare su se stessa sempre più rapidamente e per contenerne la velocità entro limiti accettabili, controllabili e, soprattutto, misurabili occorre portare il motore alla temperatura di 5 K, cioè -268 °C. Il suo funzionamento è davvero impressionante, siamo d’accordo, ma ancor di più lo sono le dimensioni dell’intera struttura, che verrà sottoposta all’esame del Guinness World Records: il suo diametro complessivo s’aggira intorno al nanometro, quindi - per aiutarvi a capire - la punta di un capello potrebbero ospitarne decine e decine di migliaia.
Sono i primi esperimenti di questo tipo, ciò nonostante i risultati sono stati a dir poco incoraggianti, tant’è che il capo del team che li ha eseguiti, il professor Charles Sykes, non ha nascosto il suo entusiasmo ed ha dichiarato che le applicazioni potrebbero essere molteplici, dal trasporto dei farmaci in zone mirate del corpo umano alla facilitazione del flusso di fluidi in vasi particolarmente stretti, oppure con attriti elevati. Considerati, poi, i cambiamenti radicali apportati negli ultimi anni al regolamento del Campionato Mondiale di Formula 1, non è neppure da escludere che in futuro le cilindrate delle monoposto debbano essere contenute al di sotto del micrometro cubo; ed allora perfino la casa del cavallino rampante potrebbe essere costretta a ricorrere a queste innovative tecnologie. (ga)