Il Mobile Lorm Glove è uno speciale guanto hi-tech sviluppato come ausilio per i sordociechi, per aiutarli a comunicare: è infatti in grado di tradurre il loro linguaggio specifico in messaggi testuali. Nato nel 2012 dal ricercatore tedesco Tom Bieling, il guanto ora è in una nuova fase di sviluppo e sta salendo agli onori della cronaca per il sistema che permette ai sordociechi di comunicare a distanza, sui social network. Si tratta di progetto pilota che potrebbe essere un grande aiuto per chi è affetto da queste disabilità.
Le parole nella mano. Il Mobile Lorm Glove si può considerare il primo dispositivo mobile per sordociechi, un vero e proprio traduttore simultaneo dal linguaggio Lorm (il codice utilizzato dai sordociechi tedeschi) alle altre lingue. Se finora la comunicazione poteva avvenire solamente fra persone vicine, con il nuovo sviluppo è possibile scambiare messaggi a distanza. Bieling ha realizzato un video (in inglese qui sotto) in cui mostra una conversazione via Twitter: un messaggio creato in linguaggio Lorm attraverso il guanto viene convertito in testo e inviato allo smartphone di un ricevente.
TRADUTTORE E CORRETTORE. Identico in tutto e per tutto a un guanto comune, il Mobile Lorm Glove è disseminato di sensori capaci di riconoscere la pressione delle dita dell'altra mano, che traccia sulla sua superficie i simboli Lorm. Oltre a tradurli in testo scritto, include un sistema di suggerimento, come negli smartphone. Ad esempio: per comporre la 's' si deve tracciare un circolo sulla mano, ma se si sbaglia e si traccia una figura differente, il sistema riconosce la 's' come lettera più probabile all'interno della parola e suggerisce di inserirla.
Il Design al centro. Bieling ha iniziato a lavorare al suo guanto tre anni fa durante il dottorato di ricerca (insieme a Ulrike Gollner) al Design Research Lab della Berlin University of the Arts, partendo dal presupposto che il design può essere una chiave per affrontare la disabilità.
Il Mobile Lorm Glove è ancora in fase di prototipo e sa interpretare solo il linguaggio Lorm (tedesco). Ma il linguaggio è un software e, se il sistema funziona, sviluppare un altro software non dovrebbe essere un problema e ciò potrebbe cambiare la vita di persone fortemente limitate dalla loro disabilità.