Le reti satellitari GPS, dopo anni di onorata carriera, finalmente si aggiornano aumentando sensibilmente la precisione dell’intero sistema. L’ambizioso obiettivo? Ridurre il margine di errore al di sotto del metro.
Viviamo in tempi in cui il progresso tecnologico ha raggiunto un ritmo forsennato. Nel giro di un paio di anni, per esempio, i netbook sono nati, cresciuti e praticamente già morti per lasciare il posto ai tablet e agli ultrabook. Strano a dirsi, ma esiste una tecnologia che continua a funzionare imperterrita da quasi quarant’anni: è il sistema GPS, che assiste milioni di navigatori satellitari sparsi in tutto il mondo.
Ne ha fatta di strada il Global Positioning System (GPS) - inventato e gestito dal governo americano - da quando è entrato in funzione. Ai suoi esordi aveva al suo servizio solo 24 satelliti ed era lento, approssimativo, ma non esistevano ancora valide alternative. Il GPS, negli anni Novanta, ha compiuto il grande salto, passando dal campo militare a quello civile e arrivando a una precisione di una decina di metri.
E il GPS 2.0 è in dirittura di arrivo. I test sulla terza generazione di satelliti stanno per iniziare in Colorado. Il progetto - nome in codice Block III GPS - rientra in un programma più ampio che coinvolge, oltre agli Stati Uniti, anche l’Unione Europea e la Russia. La nuova rete satellitare richiederà un investimento complessivo di circa 4 miliardi di euro per essere completata e, insieme a una maggior precisione, dovrebbe portare in dote anche una minore esposizione alle interferenze.
Fate, però, attenzione a non lasciarvi prendere dall’entusiasmo e recuperate subito dai cestini i vostri vecchi Garmin e TomTom, perché la nuova rete di satelliti non sarà operativa prima del 2014 e, fino ad allora, gli attuali navigatori satellitari continueranno a essere i compagni ideali dei vostri viaggi. (sp)