Di droni negli ultimi anni ne abbiamo visti tanti, ma quello presentato qualche giorno fa da
Vishwa Robotics ha caratteristiche davvero uniche. Questo robot è infatti dotato di due zampe simili a quelle di un rapace che gli consentono di camminare sulle superfici piane ma anche di aggrapparsi a rami, fili e sporgenze proprio come un vero volatile.
Ispirazione naturale
Ideato da Bhargav Gajjar nei laboratori di Brighton (Massachusetts), il drone è dotato di artigli comandati da piccoli motori elettrici che gli permettono una presa sicura anche in condizioni estreme. Per realizzarli Gajjar ha passato parecchio tempo a studiare dal vivo le zampe dei volatili e fotografarne il movimento con telecamere ad alta velocità: le estremità del suo drone si ispirano a quelle del gheppio americano (Falco Sparverius).
Una telecamera a bordo del robot inquadra la superficie di atterraggio e invia le immagini a un computer a terra. Questo calcola la miglior traiettoria di avvicinamento, posiziona le zampe nel modo corretto e, come fanno i volatili veri, controlla la fase di stallo in modo che il drone possa atterrare in sicurezza. Il tutto avviene in poche frazioni di secondo così che il robot possa spostarsi anche solo di qualche metro, caratteristica indispensabile per permettergli di esplorare aree al chiuso.
Giochi di guerra
Il progetto è stato sviluppato per permettere di ampliare l’ambito di impiego dei droni militari. Un robot di questo tipo può infatti essere posizionato in punti inaccessibili ai droni convenzionali e svolgere attività di sorveglianza senza timore di essere scoperto.
Non solo: una volta appollaiato l’apparecchio spegne i motori che lo mantengono in volo e smette di consumare energia. In questo modo il suo raggio d’azione e il tempo operativo si allungano notevolmente. E accoppiando il tutto a un sistema di ricarica fotovoltaico si potrebbero progettare droni in grado lavorare praticamente senza sosta.
Le zampe prensili del drone potrebbero essere impiegate anche per prendere e trasportare oggetti che si trovano al suolo: questa funzione sarebbe molto utile per la raccolta di campioni in aree difficilmente accessibili o nelle zone colpite da calamità naturali.
In questo video di New Scientist, il drone in azione e poco più sotto il video di un altro prototipo di drone con gli artigli realizzato dall'Università della Pennsylvania.
Il prototipo dell'Univeristà della Pennsylvania
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Una telecamera a bordo del robot inquadra la superficie di atterraggio e invia le immagini a un computer a terra. Questo calcola la miglior traiettoria di avvicinamento, posiziona le zampe nel modo corretto e, come fanno i volatili veri, controlla la fase di stallo in modo che il drone possa atterrare in sicurezza. Il tutto avviene in poche frazioni di secondo così che il robot possa spostarsi anche solo di qualche metro, caratteristica indispensabile per permettergli di esplorare aree al chiuso.
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