di Luca Busani La miglior difesa è l’attacco, o meglio il contrattacco. Apple, così, reagisce alle critiche che hanno bersagliato la batteria del suo nuovo iPad e dichiara che quello che è stato considerato un difetto in realtà è un’innovativa funzione. Sarà vero?
"Dovremmo preoccuparci qualora Apple decidesse di rilasciare una patch"
Il bug dell’iPad - Facciamo un breve riassunto delle puntate precedenti. Il nuovo iPad è stato criticato perché la sua batteria non sarebbe completamente carica quando sullo schermo viene segnalato il raggiungimento del 100%. Stando ai test condotti da numerosi esperti, occorre un altro paio d’ore perché questo processo possa completarsi. I più scettici hanno prontamente attaccato l’azienda di Cupertino, chi accusandola d’errori commessi in fase di progettazione, chi invece di utilizzare algoritmi matematici sbagliati.
Apple si difende - Apple ha deciso finalmente di rispondere alle accuse e l’ha fatto per bocca di Michael Tchao, vicepresidente della divisione marketing, sul sito All Things D: quello che agli occhi dei profani può sembrare un difetto sarebbe, in realtà, una raffinatezza hi-tech. Il problema - se tale può essere considerato - è determinato dagli stessi circuiti che compongono il nuovo iPad, che fanno sì che, appena viene completata la fase di ricarica, il tablet si scarichi leggermente in modo automatico e possa, così, riprendere a caricarsi.
Bug non bug - Il processo si ripete più o meno all’infinito e, proprio per questo, gli esperti non sarebbero concordi sull’effettivo tempo necessario per una ricarica completa. Questa funzione, stando alle parole dello stesso Tchao, non sarebbe nemmeno una novità assoluta, perché sarebbe presente ormai da anni in tutti gli iDevice. Il sistema consentirebbe, infatti, di prolungare la vita delle batterie e, al tempo stesso, di poter lasciare in ricarica per tutto il tempo che vogliamo un dispositivo, senza che questo ne risenta o si surriscaldi eccessivamente.
Nessuno l’aveva notato - Viene da chiedersi come mai nessuno se ne sia accorto prima. Forse perché il problema non esisteva, o forse perché, in mancanza d’altro, gli esperti di settore hanno sentito la necessità di trovare comunque il pelo nell’uovo del nuovo iPad. Già, perché si tratterebbe di differenze percentuali minime, che hanno un impatto pressoché nullo sull’autonomia complessiva della batteria. Ricordiamo che questo tablet è in grado di funzionare ugualmente per una decina d’ore consecutive, anche se non ha completato la ricarica.
Credere o non credere - È difficile stabilire se Apple abbia mentito in questa circostanza, oppure se si tratti della nuda verità.
Le batterie agli ioni di litio di ultima generazione sono estremamente complesse e diverse da quelle di vecchia concezione. La nuova tecnologia, a parte l’assenza del temuto effetto memoria e una maggiore “tenuta” generale, presenta comunque dei limiti. Innanzitutto, quando una batteria rimane a lungo inutilizzata, riduce di quasi un terzo le sue prestazioni, e il degrado è ancora più sensibile se lavora a temperature al di sopra della norma. Quest’ultimo dettaglio sembra confermare la tesi sostenuta da Apple: è un dato di fatto che il nuovo iPad si surriscaldi più dei suoi predecessori e la sua batteria, quindi, potrebbe essere soggetta a una maggior usura.
Meglio un baco oggi... - Morale della favola: se vuoi che il dispositivo duri più a lungo, allora non devi ricaricarlo mai del tutto. Sembra un controsenso, eppure è una buona regola che tutti dovrebbero rispettare d’ora in poi. Non ha alcun senso, in ogni caso, interrogarsi sullo stato di carica di una batteria, perché i valori che possiamo misurare con un banale tester non sono più indicativi. Al contrario, chi potrebbe saperlo meglio di chi l’ha realizzata? A questo punto, conviene fidarsi di Apple e, anzi, preoccuparsi qualora decidesse di rilasciare una patch per correggere il problema, perché questa comporterebbe un incremento del rischio di rottura dell’iPad. (sp)