L’hi-tech non è (per fortuna) solo tablet e telefonini, ma progredisce anche in altre direzioni come il campo delle biotecnologie. È allo studio un arto robotico controllabile che invia una serie di feedback tattili al cervello e promette di ridare la sensibilità a chi l’ha persa.
“La comunicazione tra l'arto e il cervello è a doppio senso”
Dialogo a doppio senso - Il settore biomedicale sta facendo passi da gigante e non è un caso che noi di Jack pubblichiamo spesso notizie riguardanti protesi e altri impianti cibernetici che promettono un salto di qualità nella vita dei meno fortunati. Ciò nonostante, c’è un elemento che accomuna tutte queste tecnologie e rappresenta il limite - fino a oggi invalicato - che separa l’arto reale da quello artificiale: gli stimoli sono a senso unico. L’uomo, in pratica, può controllare con grande precisione la protesi, mentre l’arto artificiale resta di fatto un corpo estraneo che non riesce a sopperire adeguatamente alle funzioni sensoriali che gli competerebbero.
Feedback tattili - Si tratta di “semplici” interfacce cervello-macchina (BMI), che sono ormai all’ordine del giorno, ma la vera rivoluzione è proprio dietro all’angolo: un gruppo di scienziati sta sviluppando la prima interfaccia BMBI (Brain-Machine-Brain). La novità sta tutta nella seconda “B” che indica i feedback tattili che il braccio robotico invia al cervello con il risultato che il paziente vive in modo più reale e meno traumatico le interazioni con quello che lo circonda. Questi input, inoltre, vengono trasmessi attraverso una serie di microstimolazioni intracorticali (ICMS) che permettono addirittura di distinguere un materiale dall’altro, seppur a livello .
Inconvenienti tecnici - Attenzione, però, perché non c’è rosa senza spine… come si dice. I ricercatori hanno infatti dovuto risolvere un grave problema legato a questa tecnologia, ovvero la sovrapposizione di diversi segnali - anche contrastanti - in entrata e in uscita e le conseguenti interferenze. Tutto è stato risolto con un colpo di genio, ossia aggiungendo una brevissima pausa di 50 ms tra le fasi di percezione e di stimolazione.
Futuro promettente - I primi test condotti sulle scimmie hanno dato risultati estremamente incoraggianti e siamo certi che l’intero sistema verrà perfezionato in tempi brevissimi. Ma siamo altrettanto certi che, prima che queste protesi di nuova generazione diventino operative, assisteremo al lancio dell’ennesima frotta di smartphone, tra Nokia Sea Ray (Sun o Lumia 800), Galaxy Note e - finalmente - iPhone 5. (sp)