È made in Japan il primo veicolo spaziale ibrido: un aquilone supertecnologico alimentato con cellule fotovoltaiche e sospinto da vele solari che sfruttano la forza propulsiva delle particelle di luce. È costato 12 milioni di euro: funzionerà?
Percorrere oltre 42.000.000 di chilometri senza consumare una goccia di combustibile: è la sfida di Ikaros, la prima sonda spaziale alimentata esclusivamente a energia solare che il prossimo 20 maggio partirà dal centro spaziale giapponese di Tanegashima in direzione di Venere.
Vento fotonico
Ikaros (Interplanetary Kite-Craft Accelerated by Radiation of the Sun, ossia Veliero Interplanetario Spinto dalla Radiazione Solare), lascerà la Terra a bordo di un razzo a motore e, una volta in orbita, inizierà a ruotare su se stesso per spiegare 4 grandi vele da 15 metri quadri l’una. Si tratta di speciali pellicole di poliammide spesse meno di un decimo di millimetro e ricoperte da cellule fotovoltaiche che convertiranno l’energia del Sole in corrente elettrica. Non solo: Ikaros, per avanzare, sfrutterà anche la forza propulsiva dei fotoni, cioè delle particelle di luce che colpiranno la vela proprio come il vento colpisce la randa e il fiocco di uno yacht. Ogni volta che un fotone arriva sulla vela, le trasmette la propria forza: in un ambiente praticamente privo di attrito come il cosmo questo porta a una continua accelerazione del corpo.
Secondo gli scienziati questa tecnologia, teorizzata per la prima volta nel 1920, permetterà a Ikaros di raggiungere velocità da 5 a 10 volte superiori rispetto a quelle ottenute da un normale veicolo a razzo delle stesse dimensioni.
Efficienza nipponica
Le prime 4 settimane di missione saranno dedicate al dispiegamento delle 4 vele e all’effettuazione di tutti i test preliminari, dopodiché la sonda sarà pronta a partire verso la sua meta finale: all’aumentare della distanza dalla Terra le comunicazioni con Ikaros saranno sempre più difficili, ma gli scienziati contano di riuscire a controllare il veliero spaziale per almeno 12 mesi, così da raccogliere tutti i dati necessari al controllo delle sue performance in termini di velocità e consumi energetici. Queste informazioni serviranno per la realizzazione del successore di Ikaros, un vero e proprio vascello solare con vele da 50 metri quadri che salperà entro la fine dell’anno alla volta di Giove e degli Asteroidi Troiani.
Navi fantasma
Ma i velieri spaziali avranno mai a bordo un nocchiero in carne e ossa? Secondo Yuichi Tsuda, resposabile del progetto Ikaros, no: l’attuale tecnologia fotonica non consentirebbe infatti il trasporto di uomini e provviste, il cui peso impedirebbe ai veicoli a vela di raggiungere velocità utili ai viaggi nel cosmo.
Qualche anno fa anche la NASA e le agenzie spaziali Russe si erano interessate a questa tecnologia ma l’hanno abbandonata dopo i primi insuccessi.
Notizia aggiornata al 22 maggio 2010