Arriva il tradizionale appuntamento prenatalizio con IBM e il suo studio annuale sulle innovazioni tecnologiche “5 in 5”. Cosa ci riserva il futuro? Impareremo a leggere nel pensieronei prossimi 5 anni, e a fare tante altre cose che oggi sembrano fantascienza.
All’IFA di Berlino, siamo rimasti particolarmente colpiti dalla TV di Haier che si comanda con le onde cerebrali: si trattava soltanto di un prototipo, ma era talmente avveniristico da monopolizzare la nostra attenzione. Sapere che, da qui a cinque anni, saremo in grado di leggere nel pensiero delle persone con una semplice cuffia è addirittura stupefacente. E le sorprese che il futuro avrebbe in serbo per noi non finiscono qui.
Anche il chimico Lavoisier ci aveva visto lungo quando, oltre due secoli fa, scrisse dell’energia: “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Analogamente, diventeremo noi stessi i generatori degli apparecchi che utilizzeremo, tra accumulatori nelle suole delle scarpe ed elettrodomestici collegati agli attrezzi ginnici, mentre le nostre case diventeranno più ecosostenibili.
Dopo anni e anni di fantasie alla “Minority Report”, potremo dire addio alla lista infinita di password che quotidianamente dobbiamo ricordare: la scansione della retina ed altri sistemi di sicurezza biometrici verranno finalmente impiegati su larga scala e, così, basterà guardare dentro a una fessura o pronunciare una parola d’ordine per essere identificati univocamente.
Il cosiddetto divario digitale si avvicinerà inoltre allo zero, perché - secondo le stime - più dell’80% della popolazione mondiale avrà a disposizione un dispositivo mobile, sia esso un telefonino oppure un tablet, e perfino nei paesi del Terzo Mondo quasi tutti avranno accesso ad Internet.
Infine, preparatevi a gioire: scomparirà ogni forma di posta indesiderata dalle nostre caselle email. Questo s’avvererà perché da un lato miglioreranno ulteriormente i filtri antispam, che ci proteggeranno da tutta la pubblicità non autorizzata, mentre dall’altro raggiungeremo una tale personalizzazione dei contenuti che qualsiasi avviso riceveremo non potrà non interessarci.
Se questo è il futuro che ci attende, c’è di che essere ottimisti, crisi globale permettendo. Prendete, però, con la dovuta cautela l’analisi fatta da IBM, perché il suo “5 in 5” non è nuovo ad abbagli clamorosi. Nel 2006, per esempio, fu annunciato l’arrivo imminente di una versione 3D di Internet, eppure siamo alle soglie del 2012 e ancora non ve n’è traccia. (sp)