Nel film "Gli uomini preferiscono le bionde", Marilyn Monroe cantava il celebre brano "Diamonds are a girl's best friend", sempiterno inno all'innata passione femminile per gioielli e pietre preziose in particolare. Bisogna riconoscere che un uomo difficilmente sogna di ricevere un anello solitario, mentre ogni donna lo brama come supremo coronamento di una storia d'amore. D'accordo, ai giorni nostri i maschi si truccano e si sottopongono a manicure e ad altri trattamenti estetici che, fino a poco tempo fa, erano riservati alla sola clientela femminile; a breve, però, potrebbero condividere la stessa passione per i diamanti. Ciò nonostante, non li indosseranno.
Alcuni scienziati americani, che si stanno occupando di meccanica quantistica, hanno infatti scoperto che lamine di diamante con un opportuno drogaggio con atomi d'azoto sono in grado di processare informazioni decine e decine di volte più velocemente e d'immagazzinare migliaia e migliaia di dati in più rispetto alle migliori CPU basate sul silicio. La notizia suona alquanto fantasiosa, mentre in natura preziosi contenenti tracce d'azoto sono più diffusi di quanto si possa pensare: pietre da record come il Giubileo Dorato devono il proprio colore giallo alla presenza al loro interno di questi atomi. Trattandosi, poi, di fisica quantistica, l'assoluta precisione è d'obbligo, pertanto la natura dev'essere - per così dire - "aiutata" dall'uomo ed in laboratorio sono stati realizzati questi foglietti speciali, dal reticolato lacunoso regolarissimo.
A detta degli esperti, la scoperta avrà una grandissima importanza per i supercomputer del futuro, mentre per i comuni PC bisognerà attendere un po' di più, perché le CPU di diamante non eseguiranno semplici calcoli a velocità stratosferiche: le reali differenze rispetto agli attuali modelli in silicio saranno ben più nascoste e di raro utilizzo, soprattutto per l'utente medio. Speriamo solamente che, con l'avvento di questa nuova tecnologia, i tempi d'obsolescenza e l'affidabilità dei computer crescano sensibilmente, perché, come pubblicizzava la nota azienda sudafricana De Beers, "un diamante è per sempre".