Roma non è stata costruita in un giorno, lo diciamo da sempre: addirittura la band trip hopMorcheeba ha dedicato un brano a questo modo di dire, sdoganato ormai in tutto il mondo. In verità, il motto significa che per fare bene qualcosa occorre il giusto tempo ed allude allo splendore della nostra capitale, merito di una gloriosa civiltà millenaria; oggi, invece, vogliamo utilizzarlo in modo letterario, perché un gruppo di ricercatori provenienti in parte dall'Università del North Carolina ed in parte dall'ETH di Zurigo ha realizzato un modello tridimensionale dei monumenti più famosi della Città Eterna.
Niente a che vedere con il "banale" GoogleStreetView: in questo caso, stiamo parlando d'un vero e proprio plastico virtuale, realizzato elaborando oltre due milioni di fotografie provenienti dai principali siti di photo-sharing, Flickr in primis, attraverso un cluster di comunissimi desktop dotati di potentissime schede grafiche. La tecnica utilizzata non è nuova: è stata sviluppata anni addietro in un altro college statunitense, per la precisione quello di Washington, ed è già stata sperimentata con successo per ricostruire in 3D la basilica di Santa Sofia ad Istanbul ed il Pantheon proprio a Roma. Il suo funzionamento è tutt'altro che complesso, poiché non fa altro che confrontare i diversi punti di vista da cui sono state prese le immagini ed estrapolare da queste il modello tridimensionale del soggetto, ma per giungere ad un risultato sufficientemente dettagliato richiede un'imponente mole di calcoli. Il progetto, non a caso, è stato chiamato Building Rome in a day - ovvero "costruire Roma in un giorno" - e verrà ultimato a breve, anche se, per il momento, non è ancora disponibile alcun sito che consenta di visualizzarlo ed immergersi così in questa imperdibile esperienza.
I più maligni penseranno subito che l'idea sarà sorta certamente dopo il crollo della Domus dei gladiatori a Pompei, che tante polemiche ha suscitato nell'ultimo mese. Ad essere sinceri, non conosciamo con certezza cosa abbia mosso gli intenti di questi accademici, ma sappiamo che il loro scopo è quello di consegnare ai posteri le opere stupende ed immortali della città più visitata d'Italia, preservandole appunto dall'incuria e dagli atti vandalici. E' curioso, però, che ad un progetto che ci riguarda così da vicino e di così grande interesse culturale si stiano occupando americani e svizzeri, mentre noi italiani ci limitiamo a contribuire indirettamente, ad esempio caricando online le fotografie delle nostre visite al Colosseo.