Il dibattito sul riscaldamento climatico continua a infiammare gli animi, soprattutto in America. Con le sue affermazioni, Newt Gingrich, uno dei candidati alle primarie repubblicane che decreteranno lo sfidante di Obama alla presidenza degli Stati Uniti, ha deciso di gettare benzina sul fuoco.
"Sono convinto che non possiamo saperlo", ha affermato in un'intervista rilasciata di recente alla Fox, rete d’oltreoceano via cavo. Un'affermazione che deve aver lasciato molti telespettatori perplessi, perché appare nettamente in contrasto con le dichiarazioni rilasciate nel recente passato dal candidato repubblicano. Nel 2008, per esempio, in un annuncio in cui compariva insieme alla presidente della Camera dei rappresentanti Nancy Pelosi, Newt Gingrich affermò: "è necessario che il nostro paese agisca per rispondere al cambiamento climatico". E ancora, nel 1989, quando era agli inizi della sua carriera politica, Gingrich co-sponsorizzò un progetto di legge in cui si affermava che il cambiamento climatico fosse "dovuto ad attività umane".
Gingrich, tra i candidati repubblicani, non sembra l’unico ad aver cambiato posizione di recente sul cambiamento climatico. Uno spostamento a destra nel dibattito per le primarie repubblicane si riflette anche nei discorsi pubblici di Mitt Romney. Nel suo libro del 2010, No Apology, il candidato infatti scriveva: “Sono convinto che sia in atto un cambiamento climatico [e] credo che l’attività umana vi contribuisca”. L’inversione di rotta è avvenuta lo scorso ottobre, durante una raccolta fondi a porte chiuse, quando ad una domanda del pubblico Romney ha risposto: “Penso che ancora non sappiamo a cosa sia dovuto il fenomeno. L’idea di spendere miliardi di dollari per tentare di ridurre le emissioni di anidride carbonica non va nella direzione giusta”.
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