Alcuni di voi sapranno che nel mese trascorso la Microsoft aveva subito un tentativo phishing che colpiva i giocatori durante le sessioni di Call of Duty Modern Warfare 2. In pratica alcuni utenti venivano contattati durante le partite e mediante inganno erano tenuti a comunicare i propri dati personali fra i quali la carta di credito.
Fortunatamente la casa americana ha risolto in maniera più che veloce il problema allertando mediante i propri mezzi a disposizione gli utenti di XboX Live e riuscendo a scoprire chi si nascondeva dietro questo attacco. La notizia che però fa scalpore e che dietro tutto ciò non vi era la classica associazione di hacker attivisti con l'intenzione di colpire il colosso economico della situazione bensì un ragazzino di soli quattordici anni....
E' di oggi tuttavia la dichiarazione che la Microsoft stia lavorando con il portentoso teenager al fine di sviluppare il suo talento ed utilizzarlo per scopi non illegali. Viene quindi nuovamente messa in pratica una tecnica che vede gli hacker essere contattati direttamente dalle case colpite in modo da venire assunti ed in questo modo "controllati" dalle stesse. Meglio averli come amici che come nemici direbbero in molti ma resta di fatto che una notizia come questa risuona ancora più eclatante dopo ciò che è accaduto e che tutt'ora sta colpendo la Sony.
Naturalmente sono due faccende totalmente distinte e separate ma non potevamo non sorridere e pensare a cosa sarebbe accaduto se la Sony, anziché accanirsi contro l'hacker GeoHot, avesse deciso di muoversi alla stessa maniera evitando molto probabilmente tutte le conseguenze delle quasi sfortunatamente siamo al corrente.
Approfittiamo inoltre, nel caso non abbiate ancora ben compreso cosa sia successo al colosso nipponico, di visitare il nostro sito e di leggere l'interessante editoriale sul Caso PSN.
Mario De Rosa