di Peppe Croce
Google ha appena depositato un brevetto relativo all'utilizzo dei sistemi OCR per leggere le scritte sui muri, le insegne pubblicitarie, i nomi dei negozi. Vorrà forse indicizzare il mondo reale e proporcelo tramite StreetView?
"Google prosegue per la sua strada: dal web delle pagine al web
delle cose"
A cosa serve Street View -
Bill Slawski
Seo By the Sea
Leggere la strada - Google, nel brevetto depositato una decina di giorni fa, ipotizza la possibilità di combinare l'enorme mole di materiale fotografico raccolto dalle auto di Street View con un sistema di OCR, cioè con un software di riconoscimento dei caratteri simile a quello usato negli uffici di tutto il mondo insieme agli scanner da tavolo. Con quale scopo? Semplice: leggere la strada, leggere il mondo reale. Insegne, cartelli stradali, nomi dei negozi, menu dei ristoranti... tutto quello che è esposto a vista d'occhio nelle strade del mondo può essere fotografato da Street View e successivamente letto e interpretato da un OCR.
Bella Napoli - Facciamo un esempio molto pratico. Mettiamo che io abbia una pizzeria e che riesca a fare un'ottima pizza, ma che di computer e internet ci capisca poco o nulla. Di sicuro, anche se non avrò un sito o non avrò registrato la mia attività su Google Maps, avrò un'insegna e una vetrina sulla quale pubblicizzare informazioni sulla mia attività. Per Google sono un potenziale cliente, ma io neanche lo so! Ecco, allora, che passa la macchina di Street View e "legge" la mia insegna e la mia vetrina, permettendo a Google di contattarmi per aggiungere il mio negozio a Maps visto che ha già le mie coordinate GPS. E magari offrirmi anche qualche bannerino AdWords...
Pizza semantica - Sappiamo già che Street View, al suo passaggio, raccoglie moltissime informazioni sui luoghi che visita. Sappiamo anche che, forse, queste informazioni sono troppe. Ma, finora, è stata necessaria l'interpretazione umana per utilizzarle. Ora non più e, in un certo senso, si passa alla fase due. Se Street View è in grado di leggere il mondo reale che sta fuori da internet, vuol dire che può anche portarcelo dentro: Google, in pratica, può inserire nel suo immenso database di informazioni anche "cose" che non sono pagine web, post dei blog, foto o video pubblicate sui siti o sui social. Procede, quindi, la trasformazione del web delle pagine nel web delle cose. In altre parole, il web semantico avanza a passi da gigante.
(sp)