È di ieri la notizia che Google cambierà le regole sulla privacy dal primo marzo. E noi oggi ci chiediamo qual è l’impatto delle modifiche per chi usa smartphone e tablet Android. Facciamo insieme il punto della situazione.
“Android non serve a niente senza un account di Google”
Fare cassa -Google promette maggiore chiarezza sulle regole relative alla privacy nei confronti dei suoi utenti. Non più 60 diverse norme - da scovare, leggere e accettare per ogni singolo servizio - ma tutte concentrare in un unico documento. È un apprezzabile passo in avanti verso una maggiore trasparenza. C’è da chiedersi, però, cosa cambia per chi usa un dispositivo Android, soprattutto alla luce delle ultime direttive del CEO Larry Page che ha recentemente fatto notare che Google non guadagna abbastanza dal suo sistema operativo e deve darsi una smossa.
Inseparabili - Mountain View, in queste ore, ha tenuto a precisare che le regole sono valide solo per chi dispone di un account Google. E chi più di un utente Android è legato a filo doppio con Big G? Senza l’accesso all’account di Google fai ben poco con uno smartphone o un tablet: non usi Gmail, non chatti e non puoi scaricare Angry Birds o altre applicazioni dall’Android Market. Insomma, gli utenti Android non hanno molta scelta, e stiamo parlando della metà della popolazione mondiale di cellulari, se non accettare le regole di Google.
Spot miliardari - Sottostare alle regole di Google significa, in pratica, che l’azienda è in grado di combinare le informazioni in arrivo dallo smartphone con i dati raccolti dai servizi online che usi, magari, comodamente seduto al computer. E si torna sempre alla questione degli annunci pubblicitari tagliati su misura che, in questo caso particolare, sono davvero perfetti al centimetro (anche in senso geografico). Non va dimenticato tutto il polverone sollevato dal tracking degli utenti che ha coinvolto l'anno scorso Google, Apple e Microsoft. Insomma, Larry Page non scherzava sulla questione di fare soldi con Android, e sapeva esattamente anche da dove sarebbe arrivata questa valanga di utile: dagli annunci mirati sui dispositivi Android. Se poi pensi che Gartner stima che entro il 2015 saranno in circolazione oltre 577 milioni di smartphone dal cuore “verde” - solo per via del colore della mascotte del sistema operativo di Mountain View - prova a immaginare il volume d’affari dell’intero business degli spot ambulanti di Google. Altra questione che, secondo me, finirà presto all’attenzione di qualche garante della privacy.
Silvia Ponzio
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