Per registrare il passaggio delle automobili sulla linea di traguardo esistono due sistemi, oltre al cronometraggio manuale. In Formula Uno viene usato un trasmettitore di impulsi elettromagnetici, fissato allo chassis delle singole vetture. Al momento del passaggio sul traguardo, questi impulsi sono raccolti da un cavo interrato nell’asfalto, generando così un segnale che mette in moto un cronometro, che li traduce in tempi. Il cronometro, a sua volta, è collegato via cavo a un computer, che memorizza i dati e li elabora, calcolando a ogni giro il tempo di ogni concorrente e, facendo una semplice sottrazione, il distacco fra le vetture.
L’altro sistema usato è quello delle fotocellule, cioè un fascio di luce che viene interrotto dal passaggio delle automobili.
Le fotocellule hanno però un inconveniente: possono rilevare i passaggi soltanto se tra le automobili che sono sulla linea c’è un distacco minimo di sei centesimi di secondo. Se le automobili sono più vicine o addirittura accostate, allora è il cronometrista che deve stimare il distacco a “occhio”.
Per registrare il passaggio delle automobili sulla linea di traguardo esistono due sistemi, oltre al cronometraggio manuale. In Formula Uno viene usato un trasmettitore di impulsi elettromagnetici, fissato allo chassis delle singole vetture. Al momento del passaggio sul traguardo, questi impulsi sono raccolti da un cavo interrato nell’asfalto, generando così un segnale che mette in moto un cronometro, che li traduce in tempi. Il cronometro, a sua volta, è collegato via cavo a un computer, che memorizza i dati e li elabora, calcolando a ogni giro il tempo di ogni concorrente e, facendo una semplice sottrazione, il distacco fra le vetture.
L’altro sistema usato è quello delle fotocellule, cioè un fascio di luce che viene interrotto dal passaggio delle automobili.
Le fotocellule hanno però un inconveniente: possono rilevare i passaggi soltanto se tra le automobili che sono sulla linea c’è un distacco minimo di sei centesimi di secondo. Se le automobili sono più vicine o addirittura accostate, allora è il cronometrista che deve stimare il distacco a “occhio”.