Innovazione

Falso allarme: i cellulari non provocano il cancro

E se non fossero collegati?

Ci sono cose che diamo per scontato e che poi si rivelano essere quanto di più sbagliato si possa concepire. Prendete, ad esempio, la grande muraglia cinese: la maggior parte di noi è convinta che sia l’unico manufatto umano visibile dalla Luna; eppure non è così, perché la sua larghezza non è sufficiente per poter essere chiaramente distinguibile rispetto al resto della superficie terrestre da una distanza di circa 380.000 km. Allo stesso modo, siamo convinti che l’(ab)uso dei telefonini possa portare all’insorgenza del cancro al cervello ed in passato organizzazioni del calibro dell’OMS si sono pronunciate sul tema, contribuendo ad alimentare dubbi e paure: ora, invece, tutto potrebbe cambiare perché, stando ai risultati di uno studio effettuato tra Inghilterra, Stati Uniti e Svezia, questo presunto collegamento sarebbe stato clamorosamente smentito.

Non è stata, infatti, trovata alcuna prova scientifica che dimostri che i segnali radio e le onde elettromagnetiche interagiscono biologicamente con le cellule nervose, provocando tumori. Il professor Anthony Swerdlow, il quale ha condotto la ricerca in questione, non esclude però nulla e, anzi, ritiene che questi primi responsi non siano affatto in contraddizione con quanto sostenuto in precedenza: l’IARC e le altre associazioni hanno sempre affermato che i cellulari aumentano i rischi per la salute, ma non necessariamente sono da considerare carcinogeni e, comunque, occorrerà ancora parecchio tempo per dimostrare un’eventuale assenza di connessioni tra i due fenomeni. Insomma, la notizia positiva è che le radiazioni emesse dai più potenti degli smartphone sono talmente esigue da rendere difficoltoso perfino il solo rilevamento di eventuali effetti secondari nocivi; ma ce n’è anche una cattiva, non dimentichiamolo, perché non abbiamo ancora alcuna certezza ed è già stata ripetuta troppe volte la parola “rischio” per poter credere che questi dispositivi siano del tutto innocui.

Alla fine, sono ben altri i dati su cui dovremmo riflettere: pensate che viene venduto un Samsung Galaxy S2 ogni 1,5 secondi, che vengono attivati quasi 500.000 googlefonini ogni giorno e che nello stesso lasso di tempo vengono scaricate milioni e milioni di app in tutto il mondo; con ogni probabilità, potremmo ridurre drasticamente i pericoli per il nostro organismo, rinunciando al superfluo e tornando - almeno in parte - all’essenziale.

5 luglio 2011 Luca Busani
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