Il Rapporto Rifiuti presentato oggi a Roma dall'ISPRA (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale) - che vi presentiamo in esclusiva - parla chiaro: si ferma in Italia la produzione di rifiuti, che nel 2008 è scesa a 32,5 milioni di tonnellate, in calo dello 0,2% rispetto all'anno precedente. Resta aperto il dibattito sulle ragioni di questa riduzione: merito delle politiche adottate negli ultimi anni o della crisi economica che ha frenato i consumi? Intanto, la raccolta differenziata al Nord supera l’obiettivo del 45%, ma Centro e Sud sono ancora troppo lontani (22,9% e 14,7%), la miglior regione da questo punto di vista è il Trentino Alto Adige con il 56,8%. La Sardegna ha realizzato la miglior performance tra 2007 e 2008.
Riguardo alle discariche, vi vengono stoccati il 45% dei rifiuti italiani, contro una media europea del 42%, anche se ad esempio la Lombardia ne è quasi priva, visto che vi conferisce solo l'8% della sua spazzatura.Gli italiani, nel 2008, hanno speso circa 130 euro a testa per smaltire i loro rifiuti, la cui produzione è in calo soprattutto nel Mezzogiorno (-2,2% tra il 2007 ed il 2008), molto meno al Centro (-0,7% circa), mentre al Nord il dato appare in controtendenza, con una crescita dell’1,5%. La diminuzione dei consumi sembra quindi aver pesato di più nel sud del Paese. La contrazione riguarda anche la produzione pro capite, che si attesta a 541 kg/abitante. Il fenomeno in questo caso è legato anche ad un aumento della popolazione residente, che ha fatto diminuire il valore pro capite di produzione dei rifiuti.
La discarica si conferma la forma più diffusa di smaltimento dei rifiuti urbani, nonostante sia l’opzione meno adeguata dal punto di vista ambientale.Nel 2008 vi sono state inviate 16 milioni di tonnellate di rifiuti, pari al 45% circa di quelli complessivamente gestiti. La regione Lombardia mantiene il primato di regione che smaltisce in discarica la percentuale inferiore di rifiuti urbani, pari all’8% del totale, facendo registrare ancora un miglioramento (-14%) rispetto al 2007. Ottimi risultati anche in Friuli Venezia Giulia - con una quota smaltita pari al 16% della produzione - in Veneto (22% di smaltimento) ed in Trentino Alto Adige (36%). In termini assoluti, il Lazio si conferma la regione che smaltisce in discarica la quantità maggiore di rifiuti, oltre 2 milioni e 800 mila tonnellate, corrispondenti all’86% dei rifiuti prodotti. Il solo comune di Roma ne manda quasi 1,5 milioni. Elevate percentuali di smaltimento in discarica si rilevano anche in Molise (90%), Sicilia (89%) e Puglia (80%).
In un parallelo col resto d'Europa, si scorge una situazione eterogenea: la produzione pro capite passa dal valore minimo di 294 kg
per abitante della Repubblica Ceca, agli 801 kg per abitante riscontrati in Danimarca. In diversi Stati membri i valori di produzione pro capite non sono troppo distanti da quelli italiani, come in Francia, Germania, Regno Unito, Estonia e Svezia. Valori superiori ai 600 kg procapite si registrano in Irlanda, Cipro, Malta e Paesi Bassi, mentre in Slovacchia, Polonia, Lettonia e Romania la produzione di rifiuti urbani procapite non supera i 400 kg per abitante. Nel 2007, circa il 42% dei rifiuti urbani è stato smaltito in discarica, il 20% è stato incenerito, mentre il 38% è stato avviato a riciclaggio (incluso il compostaggio ed il trattamento meccanico biologico). Le discariche rappresentano la forma di gestione ancora maggiormente utilizzata, soprattutto nei nuovi Paesi membri. Va segnalato, però, che in alcuni Paesi, come Germania, Paesi Bassi, Svezia, Belgio e Danimarca, il ricorso allo smaltimento in discarica diminuisce fino a raggiungere una quota inferiore al 10%.Insomma, l'Italia non sembra aver risolto i suoi problemi di "monnezza": restano molte criticità, soprattutto al centro-sud, ma sicuramente ci sono dei milgioramenti, specie in quelle zone dove si è introdotta in modo massiccio la raccolta differenziata e si è abbattuta le quantità di rifiuti che finiscono in discarica. Per uscire dall'emergenza resta però tanta strada da fare, specie se si considerano situazioni tuttora gravi come quelle di Napoli e di altri centri campani, di Roma con le sue immense discariche e della Sicilia, dove ad oggi le strade di Palermo sono spesso sommerse da cumuli di spazzatura.