Innovazione

È vero che iOS 5 ha copiato Android?

iOS 5 è troppo simile ad Android.

Apple ha presentato l’ultima versione di iOS 5 calcando la mano sulle oltre 200 nuove funzioni. Il mondo Android, però, storce il naso perché alcune novità sono da tempo una prerogativa del sistema operativo firmato Google o personalizzazioni apportate dai produttori di smartphone come Htc.

“Il sistema di notifiche di iOS 5 è molto simile a quello in uso su Android”

Simile ad Android? - Leggendo i commenti degli utenti Android, all’indomani della presentazione di Apple, mi viene in mente una citazione tratta dal film “I pirati di Silicon Valley” attribuita a Steve Jobs che, a sua volta, cita Picasso: “I bravi artisti copiano, i grandi artisti rubano”. Ebbene, oggi, il mondo Android sta passando al setaccio le oltre 200 nuove funzioni di iOS 5 per scovare le somiglianze con il sistema operativo di Google.

Notifiche più soft - Alcune saltano subito all’occhio come il Notification Center. Il nuovo sistema di notifiche introdotto da Apple mira a non interrompere né disturbare l’utente perché basta scorrere per vedere tutte le notifiche: insomma, addio ai fastidiosi pop-up che spuntano all’improvviso. Tradotto in pratica è lo stesso sistema a tendina che scorre verso il basso in Android che permette di accedere a tutte le informazioni in arrivo. Tra l’altro, come per Android, l’accesso alle notifiche e il lancio di alcune applicazioni è possibile adesso anche dalla barra di sblocco (il cosiddetto lockscreen). Anche la nuova funzione PC Free, che permette agli utenti di iOS 5 di attivare e configurare il proprio dispositivo e ricevere gli aggiornamenti software “over-the-air”, ossia senza bisogno del collegamento al computer, era già presente in Android 2.2 Froyo. Android 3.0, a detta di molti, resta ancora migliore di iOS 5 almeno sul versante della navigazione web tramite schede.

iCloud e Match - Un discorso diverso fa fatto per iCloud che consente di salvare online, condividere e sincronizzare i contenuti con PC, Mac e dispositivi portatili. Non è un segreto che l’azienda di Cupertino puntava da tempo ai servizi sulle “nuvole” e Google, così come Amazon, si sono solo mossi prima. Apple ha semplicemente spiazzato tutti offrendo il servizio a costo zero. iTunes Match, invece è a pagamento (24,99 dollari). Il suo asso nella manica, però, è iTunes. Non è infatti necessario caricare la propria musica online, impiegandoci ore e giorni come per i servizi di Google e Amazon, perché il software di Cupertino confronta la libreria dell’utente con il suo immenso database e, se trova un “Match”, la canzone è già online. L’unico problema, almeno per noi italiani, è che il servizio è attualmente disponibile solo negli States, come d’altronde quelli di Google e Amazon. (pp)

Silvia Ponzio

7 giugno 2011
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