Che le ultime versioni dei sistemi operativi Microsoft non siano proprio dei capolavori è ormai noto a tutti. Equipararli, però, a veri e propri virus informatici sembra francamente esagerato: eppure, questo è quanto accaduto lo scorso aprile, quando l'antivirus McAfee confuse un file di sistema di Windows XP con una potenziale minaccia e mandò in tilt migliaia di computer. McAfee non si lasciò scoraggiare dall'errore eclatante e rilasciò prontamente una patch per risolvere il problema.
Ciò nonostante, la quotazione della software house è cresciuta costantemente negli ultimi anni e da alcuni giorni nelle borse valori di tutto il mondo non si parla d'altro: Intel, infatti, ha offerto circa 8 miliardi di dollari per l'acquisizione del suo intero pacchetto azionario. Manca poco, giusto il nulla osta degli azionisti, e siamo certi che alla fine il matrimonio si farà. Non sono, però, chiare le motivazioni che avrebbero spinto il principale produttore mondiale di CPU a fare questa offerta.
Le interpretazioni degli analisti al riguardo si sprecano: sicuramente, la collaborazione porterà allo sviluppo di nuove generazioni di microprocessori, più efficienti e dotati di sistemi di sicurezza integrati; questi, poi, potranno essere installati persino su dispositivi, come smartphone e GPS, che si collegheranno direttamente ad Internet e che, quindi, sarebbero altrimenti esposti a rischi davvero elevati; in termini di mercato, poi, l'unione consentirà ad Intel di sfruttare nuove tecnologie per la sicurezza, che rimarranno invece precluse a rivali del calibro di ARM. L'acquisizione di McAfee, infine, s'inquadra in una manovra dal respiro molto ampio, che negli ultimi anni ha visto l'assorbimento da parte del marchio di Santa Clara di alcune software house minori, specializzate nello sviluppo di sistemi embedded.
I motivi dietro a questa scelta sono, perciò, molteplici: sommandoli tutti quanti, la sensazione che se ne ricava è che Intel si stia organizzando per raggiungere la totale indipendenza da ogni partner e concorrente, sia in ambito software che hardware. Nonostante l'innegabile progresso segnato da Windows 7, Microsoft deve ora guardarsi le spalle, perché la più storica delle sue partnership potrebbe non durare in eterno.