Martedì 11 gennaio tutta l'Italia, e non solo la Sardegna, ha pagato duramente la scelta di non investire sull'energia pulita, tanto agognata dagli ambientalisti, e di perseverare nell'utilizzo di materiali altamente inquinanti. Sedici chilometri di spiaggia, da Porto Torres a Marrizza, sono state gravemente contaminate da decine di migliaia di litri di olio combustibile altamente cancerogeno.
Le palle di catrame che avvelenano il litorale sardo provengono dalle operazioni di scarico di una nave cisterna nella centrale termoelettrica E.On di Fiume Santo che, secondo quanto si dice, ha subito una perdita a causa di un piccolo foro nelle tubature di conduzione. Questo vero e proprio disastro ambientale, oltre ad aver provocato la morte di alcune specie animali, rischia di avere ripercussioni anche a livello economico influenzando la scelta dei turisti che, impauriti, potrebbero scegliere altri luoghi di villeggiatura.
Photo credits: http://www.flickr.com/photos/bricke/4779907912/