Oggi si possono conservare scontrini, multe, bollette e ricevute in un posto sicuro: in Rete, con il sistema cloud di Scontrino Sicuro. Vi spieghiamo come si fa a non perdere più uno scontrino indispensabile per la garanzia e a farne una copia digitale con valore legale.
Alzi la mano infatti chi non ne ha mai smarrito uno importante. O chi non ha mai perso un sacco di tempo per cercare una ricevuta, una multa, o una bolletta. Nell’era del cloud e del tutto digitale, anche i rimasugli dei documenti cartacei (a volte imprescindibili) possono però essere archiviati e organizzati meglio. Certo, qualcuno di noi avrà provato a fotografare o scannerizzare scontrini & C: o almeno a fotocopiarli, dato che, spesso, sono stampati su carta termica… che sbiadisce ben prima dello scadere dei due anni di garanzia.
Gratuito
Ma questa scelta, a rigor di legge, si scontra con la non efficacia giuridica di queste copie private. In Rete, però, c’è un servizio gratuito per archiviare online i propri scontrini, Scontrino Sicuro. In pratica, permette di fotografare multe, ricevute e scontrini e archiviarli in un’area riservata (protetta da crittografia e password) dove sono conservate per 7 anni.
E legale
Partner della Agenzia delle Entrate, Scontrino Sicuro permette di organizzare per data e contenuti anche gli scontrini delle farmacie, utilizzabili per le deduzioni. E tutte le copie archiviate hanno valore legale pari agli originali di carta. Ora c’è anche una novità in più. La giapponese Epson, nota per la produzione di stampanti e per il centro di meteorologia, ha rilasciato registratori di cassa che per la prima volta producono una copia digitale dello scontrino di valore legale: significa che, all’atto dell’acquisto, sarà il negoziante a inviare al nostro id (se glielo chiediamo) una copia dello scontrino.
Come funziona invece un registratore di cassa tradizionale? Stampando due copie cartacee (una per il cliente e una per il negozio), oltre a mantenere una memoria digitale accessibile solo dalla Guardia di Finanza. Tecnicamente, la procedura era già possibile: ma solo nel mese di gennaio 2014 il Garante per la protezione dei dati personali ha validato la sicurezza della procedura, rendendola efficace per la legge.