Se avete qualche amico egiziano o qualche conoscente in visita nel vicino paese arabo, l'oscuramento della Rete in quel Paese ordinata dal traballante regime di Hosni Mubarak non vi avrà certamente fatto stare tranquilli negli ultimi 5 giorni.
La protesta, che ha ormai raggiunto dimensioni colossali, purtroppo anche nel numero di morti e feriti, ha avuto la sua origine anche grazie ai social network più diffusi. I movimenti anti-governativi e i semplici cittadini stufi del reazionario dittatore (al potere, pensate, dal 1981) si sono dati appuntamento in piazza Tahrir, nel centro del Cairo. L'affluenza è stata enorme (alcune fonti parlano di 2 milioni di manifestanti) e la contestazione durissima, tanto da costringere Mubarak a ordinare l'oscuramento agli ISP. Nei giorni scorsi, comunque, una collaborazione fra Google e Twitter, con il beneplacito del governo americano, ha permesso ai dissidenti di postare i loro aggiornamenti e le loro notizie tramite la rete mobile, lasciando trapelare le terribili violenze che si stanno verificando.
Oggi la Rete ha riaperto i battenti alle 9:30, anche se la libera fruizione delle informazioni è ben lontana dal divenire realtà. I regimi antidemocratici e illiberali stanno infatti dimostrando una sempre maggiore attenzione nei confronti di Internet, stringendo il loro controllo sui provider di servizi - in questo caso Vodafone Egypt e Etisalat.