Un team di ricercatori della State University di New York ha realizzato un sensore agli infrarossi di nuova generazione a partire da tecnologie vecchie qualche milione di anni: le ali di farfalla.
Il nuovo gioiello tecnologico, molto più preciso e sensibile di quelli attualmente disponibili, non è altro che un ala di farfalla ricoperta con nanostrutture di carbonio.
A rendere il sensore così efficiente sono le lamelle che ricoprono le ali dell'insetto e che gli conferiscono la caratteristica iridescenza. Queste lamelle hanno una dimensione paragonabile alla lunghezza d'onda della luce visibile – circa 200 nanometri – e pur riflettendo la luce, ne rifrangono una buona parte.
Queste strutture sono organizzate in strati sovrapposti uno all'altro, e maggiore è il loro numero maggiore è la rifrazione.
Onda (elettromagnetica) su onda
Quando le onde elettromagnetiche visibili colpiscono le lamelle, rimbalzano su di esse interferendo le une con le altre: alcune onde si annullano tra loro mentre altre si sommano, dando così origine al tipico effetto metallescente.
Radislav Potyrailo e i suoi collaboratori hanno scoperto che il tipo di iridescenza cambia quando le ali delle farfalle sono esposti a radiazione infrarossa, cioè al calore. Per rendere questi cambiamenti percepibili all'occhio umano gli scienziati hanno placcato le ali degli insetti con nanostrutture di carbonio in grado di assorbire il calore e redistribuirlo su tutta l'ala della farfalla, rendendo così più evidenti i cambiamenti nell'iridescenza.
Non solo: le nanostrutture hanno reso le ali delle farfalle ancora più sensibili ai cambiamenti di temperatura. I moderni sensori riescono a registrare oscillazioni di temperatura di 0,06°, mentre quelli biosintetici riescono ad arrivare a 0,03°C. E sono anche 40 volte più veloci. Tutto merito delle dimensioni delle lamelle, che sono circa 20 volte più piccole dei sensori oggi disponibili.
La strage degli innocenti?
E se state già inorridendo all'idea di milioni di farfalle massacrate per diventare termometri, rilassatevi: Potyrailo e i suoi collaboratori utilizzeranno materiali artificiali, molto più efficienti e meno costosi – non solo in termini economici – rispetto a quelli naturali.