In Natura, i batteri sono coloro che si nutrono di tutto ciò che è in via di decomposizione: per questo a volte vengono definiti come i tritarifiuti naturali. A questo punto, allora, perchè non utilizzarli per eliminare i nostri rifiuti come mercurio, petrolio o scorie nucleari? Questo concetto è chiamato "bioremediation" ed è in corso un progetto partito da un'università dell'America Centrale.
In uno studio pubblicato sulla rivista BMC Biotechnology, i ricercatori della Inter American University di Porto Rico hanno modificato geneticamente dei batteri di E. coli in modo non solo da resistere al mercurio, ma anche rimuoverlo dalle discariche. Perchè il mercurio? Perchè in Natura esistono degli altri micro-organismi che lo rendono ancora più pericoloso di quanto non sia, trasformandolo in metilmercurio, il quale può accumularsi sia nelle piante che negli animali. L'obiettivo di questi super-batteri modificati è quello di agire prima che il corso naturale degli eventi vada a modificare il mercurio semplice. L'utilizzo di O.G.M. in questo caso è obbligatorio perchè non esistono in Natura batteri in grado di svolgere questo compito: per altri tipi di rifiuti, invece, i "ripulitori" esistono già, e hanno soltanto bisogno di un po' di aiuto. Ad esempio, parlando del disastro petrolifero avvenuto l'anno scorso nel Golfo del Messico, a causa di infiltrazioni naturali di oro nero sul fondale, si sono creati microbi in grado di rimuoverlo: da ciò si deduce che, aggiungendo sostanze nutritive al mare nelle vicinanze di una piattaforma petrolifera, si possa creare una colonia di ripulitori adatti a contrastare un'eventuale perdita. E così si può fare anche con altri tipi di rifiuti "scomodi" come scorie radioattive o benzina.