Durante un “vuoto d'aria” l'aereo perde improvvisamente quota non perché manchi l'aria, come erroneamente suggerisce il termine, ma perché incontra una forte corrente discensionale che lo trascina verso il basso per poche decine di metri, ma a forte velocità (circa 140 km/h).
La “caduta”, del tutto innocua, dura pochi istanti, perché l'area delle correnti è piccola e l'aereo, viaggiando ad alta velocità, la attraversa molto rapidamente. L'accelerazione produce poi una sgradevole sensazione da “montagne russe”.
In passato vuoti d'aria e turbolenze erano pericolose perché gli aerei, fatti di legno e tela, erano fragili: se esposti a fortissime pressioni potevano spezzarsi. La struttura di un moderno aereo invece può vibrare molto, anche violentemente, senza subire danni.