Fin da principio, la società americana Intel ha scelto di assegnare ai propri microprocessori una sigla che ne richiamasse l’architettura, cioè l’arrangiamento dei minuscoli componenti elettronici che interpretano ed eseguono i comandi dati al computer. Così, il primo microprocessore fu battezzato 4004 perché era stato realizzato in modo da elaborare informazioni lunghe 4 bit (cioè sequenze di 4 cifre composte da soli 0 e 1). Con l’introduzione dei processori a 8 bit nacque l’ 8008, sostituito poi dall’ 8080. Graduali miglioramenti di quest’ultimo si susseguirono con i nomi di 8081, 8082 e così via fino all’8085. Ma il grande successo della Intel venne con l’8086, un microprocessore con un’architettura interna a 16 bit che fu adottato dall’Ibm per il suo primo personal computer. Le versioni successive, sempre più potenti e veloci, vennero poi chiamate 80286, 80386 e 80486. Nel frattempo, la fama dei processori Intel era divenuta tale da renderne indispensabile la difesa commerciale delle sigle. Ma le leggi americane non consentono la registrazione di un numero, per cui qualsiasi industria concorrente avrebbe potuto realizzare un microprocessore assegnandogli la stessa sigla di un processore Intel. Per questa ragione, il nome del successore dell’80486 non è stato - come ci si aspettava - 80586 ma “Pentium”, marchio registrato. Da allora i processori Intel si sono sempre chiamati Pentium, fino all'ultima serie, il Pentium IV.