La saldatura sott’acqua è fatta con le stesse tecniche usate in superficie: la più comune è la saldatura ad arco, che ha come sorgente di calore un arco voltaico stabilito tra l’elettrodo di saldatura (una bacchetta metallica) e l’ oggetto da saldare. L'arco voltaico viene mantenuto attivo all’interno di un flusso di ossigeno sotto pressione. Per gli interventi più importanti si ricorre all’uso di una campana riempita di gas alla stessa pressione dell’acqua circostante, all’interno della quale il saldatore opera all’asciutto. In passato, invece, le saldature venivano fatte con il cannello a ossigeno e acetilene (ossiacetilenico) o a ossigeno e idrogeno (ossidrico): il primo funzionava fino a pochi metri di profondità, il secondo fino a una trentina. L’acqua non spegneva la fiamma perché la pressione dei gas che alimentavano la fiamma era superiore a quella dell’acqua circostante.