Il vetro antiproiettile si ottiene accoppiando fra di loro due o più lastre di vetro di spessore variabile da 6 a 10 millimetri, tra le quali viene interposto e incollato uno strato di elastomeri, come poliuretano o polivinilbutirrale, sostanze che hanno una grande elasticità e una grande resistenza alla trazione, ma sono perfettamente trasparenti. Sono questi che impediscono al vetro di rompersi quando è colpito da un proiettile, perché letteralmente si “aggrappano” tenacemente alla superficie della lastra e impediscono che essa ceda sotto l’urto. Per essere accoppiate con l’elastomero, le lastre di vetro vengono pulite e asciugate completamente con appositi macchinari, quindi vengono assemblate alternando vetro ed elastomero. I pannelli sono fatti passare poi tra rulli e portati a una determinata temperatura: la pressione dei rulli e il calore eliminano ogni traccia di aria fra gli strati e fanno incollare fortemente l’elastomero alle due superfici.