Allarme ambientale in Brasile. Una fuoriuscita di petrolio al largo di Rio de Janeiro sta causando enormi danni all'ecosistema marino e minaccia le coste del Brasile. La società petrolifera statunitense Chevron si è presa le sue responsabilità e ha promesso di bonificare l’area interessata.
Ogni anno muoiono migliaia di pesci e volatili, uccisi dalle maree nere che, grandi o piccole, colpisco ogni angolo del globo. In Brasile, in questo momento, la rottura di un serbatoio sottomarino della Chevron - avvenuta all’inizio del mese - ha già riversato nell'oceano circa 110mila galloni di greggio, equivalenti a più di 400mila litri. La fuoriuscita è avvenuta a 230 miglia da Rio. La compagnia statunitense, ritenuta responsabile del disastro sin dall’inizio, ha ammesso le proprie colpe, impegnandosi a ripulire immediatamente il tratto di mare interessato.
Le immagini satellitari presentano un quadro della situazione peggiore di quello che si ipotizzava all'inizio: le dimensioni della macchia sono 10 volte più grandi di quello che si credeva in un primo momento. Il disastro è avvenuto per un errore di valutazione della pressione in un serbatoio sottomarino che non ha retto ed è esploso. La marea, per ora, non sembra minacciare nell'imminente futuro le coste brasiliane, ma nessuno può escluderlo a priori.
Le stime attuali parlano, come accennato, di 110mila galloni di petrolio già riversati in mare (più di 400mila litri), ma le previsioni ipotizzando la fuoriuscita di un’ulteriore quantità di greggio - da 420 a 4.200 galloni - che aggraverebbe la portata del disastro. Diciotto barche sono già in azione per rompere la superficie del petrolio e raccoglierne il più possibile. (mf)
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