Sul tradizionale schermo televisivo (detto anche “cinescopio”) l’immagine si forma grazie a un piccolo cannone che “spara” elettroni. Questi colpiscono i fosfori (cioè particolari sostanze in grado di produrre luminescenza) che ricoprono interamente lo schermo, fornendo loro energia o, come si dice, “eccitandoli”. L’energia fornita viene rilasciata sotto forma di radiazioni luminose: sono loro che costituiscono l’immagine come la vediamo sullo schermo televisivo. Nella tv al plasma, invece, le immagini vengono generate da celle piccolissime (misurano circa un millimetro di lato e ce ne sono 281 mila in uno schermo da 40 pollici) contenenti gas nobili (cioè neon, radon, xeno). Nelle celle i gas vengono ionizzati: gli atomi acquistano o perdono elettroni, acquisendo così una carica elettrica positiva o negativa. Questo stato in fisica si dice “plasma”, da cui il nome dello schermo televisivo. Per formare l’immagine, al posto del cannoncino elettronico, nella tv al plasma ci sono scariche prodotte tra due elettrodi (4, 6) che attivando i gas delle celle (5) producono radiazione ultravioletta cioè luce non visibile (7). Questa fornisce energia ai fosfori dello schermo (9), eccitandoli e facendo loro emettere luce visibile (8), che diventa il puntino luminoso di un’immagine.