Il microscopio elettronico usa per l’illuminazione dell’oggetto da osservare un fascio di elettroni. Questi hanno una lunghezza d’onda migliaia di volte inferiore a quella della luce, anche quella ultravioletta, e quindi riescono a “vedere” i singoli punti di quello che con la luce apparirebbe come un unico punto. Nel microscopio a scansione, il fascio di elettroni, reso sottile per mezzo di una “lente” elettromagnetica, si muove sull’oggetto da osservare, esplorandolo riga per riga come accade nel sistema televisivo. Colpito dagli elettroni (che sono detti primari), a sua volta il campione emette altri elettroni (che sono detti secondari), che generano segnali elettrici diversi. Sono questi segnali che, trasferiti su uno schermo fluorescente, vi fanno comparire l’immagine dell’oggetto osservato. Questo sistema consente ingrandimenti di oltre 200 mila volte, con una risoluzione di 5 nm.