Una ricerca americana condotta su 3.500 mobile worker, ossia chi non sta rinchiuso per tutto il tempo in ufficio, rileva che questa tipologia di lavoratori ha difficoltà a separare la vita privata da quella lavorativa con conseguenti ripercussioni (negative) in famiglia e con il partner.
“Il 90% dei lavoratori mobile intervistati ha problemi con il partner a causa del telefonino”
Vita più smart? - Il cellulare ha cambiato un po’ la vita di tutti. Secondo un’indagine condotta da iPass sui cosiddetti mobile worker, ossia chi passa la maggior parte del loro tempo lontani dalla scrivania, la vita ha subito una vera rivoluzione: non sono più in grado di separare il tempo da dedicare alla carriera e quello da destinare alla famiglia o al partner. E le conseguenze non sono affatto piacevoli.
A letto con il cellulare - iPass ha analizzato le abitudini di utilizzo del cellulare da parte di 3.500 lavoratori impiegati presso 1.100 grandi aziende americane. È emerso che il 61% degli intervistati tiene il telefono in camera da letto e il 41% lo lascia sul comodino. Il 39% confessa di svegliarsi nel mezzo della notte per controllare se ha ricevuto qualche chiamata, sms o email, una cifra che balza al 58% quando lo smartphone è a portata di mano. E al massimo? L’ossessione rimane: il 35% lo controlla ancora prima di alzarsi dal letto, il 16% gli da un'occhiata dopo essersi vestiti, il 10% dopo colazione e l'8% lungo la strada verso l'ufficio.
Vita privata in bilico - Lo studio di iPass ha rivelato che i mobile worker lavorano in media 240 ore all'anno in più rispetto ai lavoratori “normali”. E non è un bene per la vita privata: il 90% dichiara che lo smartphone causa problemi con il partner, il 21% con i figli e il 10% con gli amici. (sp)
Silvia Ponzio