Bianco Natale alla Casa Bianca
Non è un segreto che la Casa Bianca e, in particolare, Barack Obama, amassero i social network. E all’appello mancava ancora Pinterest - acronimo di “pin” (appendere) e “interest” (interesse) - una sorta di bacheca, o meglio, di più bacheche, su cui condividere foto, video e contenuti di vario tipo da dare in pasto agli amici o al mondo intero. L’obiettivo di The White House (profilo whitehouse) è di spalancare le porte della casa più prestigiosa degli States per raccontare, tramite immagini, filmati e infografiche, la vita quotidiana dei suoi abitanti.
Obama e i social network
La passione per le reti sociali del rieletto Barack Obama non è un segreto. Facebook fu il suo asso nella manica nelle elezioni del 2008, e lo è stato - insieme a Twitter e a tutti i social network esistenti sul web - per il suo “bis” di un mese fa.
Il ringraziamento agli elettori pubblicato su Twitter e Facebook - "Four more years" (ancora quattro anni) - insieme all’abbraccio con la moglie Michelle - sono i messaggi più condivisi di tutti i tempi. Tempi che cambiamo a suon di post e cinguettii. Barack Obama non è, a caso, il leader politico più seguito del mondo su Facebook e Twitter con rispettivamente 34.153.486 “like” e 24.370.326 follower. Almeno in questo preciso istante.
Gli altri leader che fanno?
Se Barack Obama ha inaugurato l’era della social politics, c’è da chiedersi se gli altri potenti del pianeta abbiamo imparato la lezione. Partendo dai leader dei paesi del G8, ossia delle otto principali potenze più industrializzate del mondo.
Come se la cava, per esempio, David Cameron, primo ministro del Regno Unito su Twitter? Benissimo con il suo profilo istituzionale (@Number10gov) con 2.173.658 follower e aggiornamenti molto frequenti, un po’ meno bene con il suo account privato (@David_Cameron) seguito solo da 185.438 seguaci (e con tweet più sporadici).
Cameron ha, quindi, deciso di separare la sua carica istituzionale da quella politica, un po’ come avviene negli Stati Uniti tra il profilo di Barack Obama e quello della White House (@whitehouse). Una strategia intelligente visto che le cariche restano, mentre le persone cambiano. David Cameron, inoltre, non si fa mancare un profilo pubblico a suo nome anche su Facebook che “piace” a 176.175 persone.
Sembra che i politici preferiscano Twitter a Facebook.
Sarà per la maggiore immediatezza del social cinguettante con il suo limite di 140 caratteri, o forse perché la creatura di Mark Zuckerberg è terreno fertile per il proliferare di profili “fake”, ossia finti, che disorientano gli iscritti.
Qual è la strategia adottata da Facebook per contrastare i “cloni”? Creare una pagina “ufficiale” dei personaggi famosi a cui vieni indirizzato quando li cerci tramite il motore di ricerca.
È il caso di Angela Merkel e di Dmitry Medvedev dove ti ritrovi su una pagina con del testo copiato da Wikipedia e niente più.
Insomma, Facebook sta facendo un’enorme fatica per guadagnare credibilità agli occhi dei VIP, ma era anche ora che iniziasse a fare un po’ di “pulizia”.
Angela & François
Restando tra i confini europei, analizziamo adesso la situazione social di altri leader politici di un certo “peso” come Angela Merkel - Cancelliere tedesco in carica dal 2005 - e François Hollande - Presidente della Repubblica francese che ha recentemente spodestato Nicolas Sarkozy.
Partiamo dal dato più eclatante: Angela Merkel non è su Twitter! Abbondano i profili a suo nome, ma nessuno, a nostro avviso è ufficiale. C’è però quello del suo portavoce Steffen Seibert (@RegSprecher con 81.31 follower). Il cancelliere tedesco, allora, è su Facebook? Sì, no, forse: la sua pagina ufficiale è tutta da valutare e “piace” a 215.265 persone.
Il francese François Hollande, invece, è su Twitter con il suo account @fhollande (500.911 follower), che non aggiorna dallo scorso maggio, e con il profilo ufficiale gestito dall’Eliseo (@Elysee con 183.563 follower). Il neo presidente d’oltralpe è poco attivo anche su Facebook e i suoi seguaci sono attualmente solo 8.076.
Ammesso che sia il suo vero profilo: non sono presenti post, anche in questo caso, dal maggio scorso. Esattamente quando ha smesso di cinguettare l’ex presidente Nicolas Sarkozy. Ed entrambi non aggiornano i loro profili su Facebook dallo stesso periodo.
Si saranno per caso messi d’accordo? Sono due profili fasulli? Oppure i social network erano solo un mezzo per darsi battaglia per la poltrona all’Eliseo?
Germania e Francia, a differenza del Regno Unito, hanno ancora molto da imparare sulla social politics.
Russia, Giappone e Canada
Ecco altri tre Paesi che fanno parte dei G8. Sul primo gradino del podio di Twitter, e uno dei leader più seguiti del mondo, c’è a sorpresa Dmitry Medvedev, Presidente della Federazione Russa. Che non solo ha un profilo personale (@MedvedevRussia) con la bellezza di 1.593.011 seguaci e alimentato da una raffica di cinguettii, ma fa anche gli straordinari con un account più internazionale in inglese che attira 463.113 persone.
Due profili a cui vanno ad aggiungersi quelli istituzionali (in entrambe le lingue) seguiti da un totale di 760.992 utenti. Dmitry Medvedev è quindi molto attivo su Twitter, ma come la mettiamo con Facebook? Ci sono talmente tanti Dmitry Medvedev tra pagine e profili personali che è davvero difficile scoprire sotto quale “carta” si nasconda il presidente russo, ammesso che sia presente.
Stessa strategia bilingue adottata anche da Giappone e, obbligatoriamente, dal Canada. Il profilo personale a nome Yoshihiko Noda - Premier giapponese - sembra, a prima vista, un clamoroso falso, ma non lo sono i profili ufficiali in giapponese (@Kantei_Saigai) con 582.296 e PM's Office of Japan (@JPN_PMO) in inglese con 94.142 seguaci.
Anche Stephen Harper, Primo Ministro canadese, è presente su Twitter con due account personali: uno in inglese (@pmharper con 272.487 follower) e uno in francese (@premierministre con 6.764 seguaci). È discretamente attivo anche su Facebook con post regolari e 81.947 fan.
Se parliamo di leader a livello mondiale, il primo personaggio politico italiano da “analizzare” è Mario Monti. Il nostro Premier non si espone in prima persona su Twitter - tutti i profili che trovate sono dei clamorosi falsi - ma la sua presenza non manca grazie all’account gestito da Palazzo Chigi (@Palazzo_Chigi) che racimola 5.167 follower. Non proprio tantissimi, in effetti, ma si spera aumenteranno. Mario Monti è “virtualmente” anche su Facebook e piace a 13.493 persone, nonostante sia un profilo creato da Facebook in automatico per contrastare l’abbondare di cloni. È praticamente un quadro statico.
Molto più attivi, invece, i politici italiani. Sul podio di Twitter troviamo Matteo Renzi, Pierluigi Bersani e Gianni Alemanno rispettivamente con 266.576, 176.299 e 21.613 follower. Su Facebook, invece, la fanno da padrone Nichi Vendola che batte Silvio Berlusconi 529.567 “mi piace” contro 453.132. Al terzo posto troviamo ancora Matteo Renzi con 301.219 preferenze, segno che è il politico italiano più attivo sui principali social network.
Gli “outsider” mediorientali e sudamericani
Quello che sorprende comunque, analizzando le statistiche social dei leader mondiali, soprattutto su Twitter, è che nelle prime posizioni - anche se ben lontani dalle cifre iperboliche di Barack Obama - si piazzano i potenti di paesi come il Venezuela con Hugo Chávez Fría (3.784.859 follower), o la Turchia con il presidente Abdullah Gül (2.558.480 follower) e il Premier Recep Tayyip Erdo?an (2.085.566 follower), oppure il Brasile con il presidente Dilma Rousseff (1.749.444 aficionados). Numeri che fanno impallidire qualunque leader europeo, tranne David Cameron.