E finalmente smartcar fu. Alcuni mesi fa, vi abbiamo parlato di un progetto in collaborazione tra Ford e Google, completamente made in USA, che in breve tempo porterà alla nascita della prima automobile intelligente: sembra, però, che i nostri amici non siano stati gli unici ad aver avuto questa brillante idea. La tedesca BMW ha infatti siglato un accordo con Baidu, il motore di ricerca più diffuso in Cina, per portare diversi servizi via Internet nella sua nuova gamma di autovetture.
La piattaforma, che verrà sviluppata congiuntamente, s’integrerà a perfezione con i più moderni computer di bordo utilizzati dal marchio dell’elica e consentirà di consultare la posta elettronica ed effettuare ricerche in rete con pochi semplici passaggi, oltre ad arricchire d’informazioni e punti d’interesse il suo software di navigazione satellitare. Almeno per i primi tempi, il servizio verrà attivato soltanto nel territorio della Repubblica Popolare Cinese, ma è facile immaginare che, con le giuste intese, in pochi mesi il sistema potrebbe esser adottato anche nel resto del mondo.
Nutrite ancora qualche dubbio sul potenziale di Baidu? D’accordo, con ogni probabilità non l’avrete mai sentito nominare, ma dovete sapere che il Google dagli occhi a mandorla vanta già altre alleanze “eccellenti” con alcune importanti case produttrici televisive e con le principali compagnie telefoniche cinesi, tant’è che sarebbe in fase di sviluppo un nuovo sistema operativo mobile, denominato provvisoriamente Baidu OS, alternativo ad iOS ed Android. Inoltre, stando a quanto trapelato nel web, BMW non sarebbe l’unica casa automobilistica interessata a questo genere di collaborazione e questo la dice lunga sul futuro dell’industria di settore.
Non avete intenzione di cambiare macchina a breve, ma non volete rinunciare agli ultimi ritrovati della tecnica? Non disperate, perché esistono in commercio dei dispositivi che sono in grado di offrirvi servizi analoghi e trasformare una comune utilitaria in una smartcar di prim’ordine, senza salassare il vostro conto in banca. In tempi di crisi, un’alternativa low cost ogni tanto non guasta mai.