Il futuro tecnologico sarà all’insegna dell’integrazione: gli smartphone sono soltanto il primo assaggio ed hanno già aperto la strada all’era post-PC; anche la domotica punta con decisione in questa direzione, appoggiandosi sempre più proprio sui telefonini di ultima generazione. L’altra linea guida del progresso è l’ecologia: tutto ciò che viene sviluppato dev’essere ecosostenibile e deve far uso preferibilmente di fonti energetiche rinnovabili, altrimenti il suo mercato rischia d’essere compromesso ancor prima del lancio ufficiale. Per questo, se un prodotto risponde perfettamente ad entrambe le esigenze, non ci sono motivi per dubitare che possa trasformarsi in un grande successo: è il caso di BioLite CampStove, un rivoluzionario fornello da campo che, con ogni probabilità, dal prossimo anno diventerà un must per i campeggiatori di tutto il mondo.
Già, perché CampStove è sicuramente ecologico, visto che si alimenta a legna e converte parte del calore generato dalle fiamme in elettricità, grazie ad un modulo termoelettrico. In più, CampStove integra molteplici funzioni, perché l’energia prodotta viene a sua volta separata in due componenti: metà va ad una ventola posta alla base della caldaia, in modo tale da migliorare la combustione e ridurre le emissioni; mentre l’altra metà va ad una porta USB, che consente di ricaricare qualsiasi dispositivo elettronico, dal cellulare alla lampada LED. BioLite ha quindi creato una soluzione all-in-one - se così può essere definita - perfetta per il camping e per i paesi in via di sviluppo: genera il 95% in meno di fumo rispetto ad un comune barbecue, richiede solo poca legna per funzionare ed è inoltre utilizzabile come mini generatore autonomo. Prendete, ad esempio, una nazione popolosa ed inquinata come l’India, dove la maggior parte delle cucine non ha né il gas, né l’elettricità: questo semplice ma innovativo fornello potrebbe addirittura combattere la deforestazione e ridurre sensibilmente lo smog, migliorando le condizioni di vita di milioni di persone.
Molto dipenderà dal prezzo di vendita, ma soprattutto dalla collaborazione attiva di quegli stati che più di tutti avrebbero bisogno di quest’attrezzatura: anche un modesto investimento, sotto forma di sovvenzioni alle famiglie che decideranno d’acquistare il CampStove, potrebbe trasformarsi in un sostanziale risparmio per il futuro. E perché BioLite non commercializza il fornello ad un prezzo doppio rispetto al costo di produzione, regalandone uno per ogni pezzo venduto ad un’organizzazione umanitaria? A ben pensare, viviamo tutti sullo stesso pianeta e respiriamo tutti la stessa aria, pertanto un pizzico di sano altruismo non guasterebbe.