Il pensiero di rimanere intrappolati tra le macerie di un edificio è già di per sé abbastanza angosciante. Ma per alcuni, ancora più agghiacciante potrebbe essere l’idea di essere salvati da uno squadrone di scarafaggi biotech. E presto questo (incubo?) potrebbe avverarsi.
Un team di ricercatori della Texas A&M University di College Station (Stati Uniti) ha recentememte messo a punto una singolare tecnologia per trasformare le comuni blatte in robot controllabili da remoto.
Gli animaletti, una volta equipaggiati con tutto l’occorrente, potrebbero essere impiegati in missioni esplorative e di soccorso là dove gli esseri umani, i cani o i robot convenzionali non sono in grado di arrivare.
O' scarrafone hi-tech. Hong Liang e i suoi colleghi hanno impiantato degli elettrodi nel sistema nervoso di due specie di scarafaggi americani, Periplaneta americana e Blaberus discoidalis. Impartendo gli opportuni impulsi elettrici, i ricercatori sono riusciti a guidare gli animali facendoli girare a destra o sinistra come giocattoli telecomandati. Gli scienziati hanno quindi applicato sul dorso degli scarafaggi un minuscolo "zaino" contenente un ricevitore wireless, un controller e una batteria, trasformandoli così in piccoli cyborg pronti a rispondere ai comandi impartiti loro da remoto.
Tekno schiavi? Al momento la flotta di insetti robot ha ancora qualche problema di disciplina: rispondono correttamente solo al 60% degli ordini che vengono impartiti, ma il team di Liang è ottimista. Il prossimo passo sarà quello di sostituire gli elettrodi con un sistema di minuscoli vibratori da incollare vicino alle antenne. Questi dispositivi, simulando le vibrazioni di un nemico in arrivo, dovrebbero costringere l’insetto a muoversi senza indugio.
Dove osano le blatte. Da più parti sono piovute pesanti critiche all’esperimento di Liang, giudicato crudele e inutile. In realtà, si difende lo scienziato, gli animali non vengono sottoposti a superlavoro e viene loro garantita la possibilità di riposare. Questi scarafaggi, spiega Liang, sono tra le poche specie di animali in grado di sopravvivere per lunghi periodi in ambienti radioattivi, e questo li rende particolarmente adatti all'esplorazione e alla ricerca in zone contaminate altrimenti inaccessibili.
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