Fino ad oggi gli ologrammi erano statici. Oggi però è possibile proiettare ologrammi 3d in tempo reale a distanza. Come in "Guerre stellari".
Tra 10 anni le prime applicazioni commerciali.
Silvia Artana, 4 novembre 2010
Essere in due posti contemporaneamente. In uno, realmente. Nell'altro, attraverso una proiezione in 3D. Proprio come in Guerre Stellari, dove l'ologramma della principessa Leila, proiettato dal piccolo R2D2, invoca l'aiuto del maestro Jedi Obi Wan Kenobi per fermare l'imperatore Palpatine.
Oggi è possibile, e non è fantascienza. È scienza grazie a un team di ricercatori dell'Università dell'Arizona, guidato dal professore di scienze ottiche Nasser Peyghambarian, che ha sviluppato un nuovo sistema di trasmissione olografica che permette la visione di immagini tridimensionali in movimento senza l'ausilio degli occhiali 3D.
In pratica, con il dispositivo di Peyghambarian è possibile registrare un'immagine tridimensionale e trasmetterla in tempo reale solo con una telecamera, una connessione internet veloce e uno speciale sistema di visualizzazione 3D.
Telecamere, laser e polimeri
Il cuore del dispositivo è uno schermo fatto di un nuovo materiale fotorifrattivo in grado di effettuare un “refresh” dell'ologramma ogni due secondi, offrendo a tutti gli effetti una proiezione quasi in tempo reale. Ma come arriva l'immagine sullo schermo? La registrazione è effettuata da un network di normali telecamere, ciascuna delle quali inquadra l'oggetto o la persona da una prospettiva diversa. Tanto più numerose sono le telecamere, tanto più accurata risulta la rappresentazione olografica finale.
Le riprese sono quindi codificate in un raggio laser pulsante ad alta velocità che interferisce con un altro raggio che funziona da riferimento. Ogni pulsazione genera un'interferenza che incide i singoli pixel tridimensionali – hogel, da holographic pixel – di cui è fatto il polimero fotorifrattivo dello schermo, contribuendo a creare e memorizzare l'immagine. L'ologramma svanisce naturalmente in un paio di minuti o secondi in base ai parametri sperimentali utilizzati oppure può essere cancellato registrando una nuova immagine 3D, che crea una nuova struttura di diffrazione e cancella quella precedente.
Il futuro? Dalla telemedicina alla pubblicità
Il prototipo utilizza uno schermo da 10 pollici e per il momento trasmette immagini in un solo colore, ma il team di Peyghambarian ha già testato con successo uno schermo da 17 pollici e alcuni display multicolor 3D con un'elevata velocità di aggiornamento dell'immagine. La volontà dei ricercatori è di perfezionare e potenziare quanto prima il sistema di trasmissione olografica per rendere effettive quelle che per il momento sono solo ipotetiche applicazioni, come la telemedicina, le mappe 3D aggiornabili e un nuovo tipo di pubblicità e intrattenimento.