Mentre il nostro emisfero è alle prese con la neve, l'Australia si gode l'estate, il mare e... i suoi non sempre amichevoli abitanti. La costa occidentale del paese è il luogo in cui si registra il record mondiale di attacchi di squali a nuotatori e surfisti. Ma ora chi vuole tuffarsi in quelle acque "infestate" ha un nuovo alleato per guardarsi alle spalle: Twitter, nell'inedita veste di guardaspiagge.
Il Dipartimento di Pesca australiano ha introdotto un nuovo sistema che segnala l'avvicinamento degli squali attraverso i più popolari "cinguettii". Lo Shark Monitoring Network sfrutta i segnalatori acustici attaccati alle pinne dei singoli esemplari e i dispositivi di monitoraggio galleggianti in grado di captare questi segnali sonori.
Quando uno squalo nuota nei paraggi di uno dei monitor, vengono registrati la sua specie, le sue dimensioni e il luogo esatto in cui si trova; queste informazioni sono trasmesse via satellite a un computer, che immediatamente le twitta a beneficio dei bagnanti.
Così gli australiani che la sera di Capodanno armeggiavano in spiaggia con lo smartphone hanno potuto leggere messaggi come questo: "Avviso ai bagnanti: segnalato uno squalo bronzo presso il ricevitore di Garden Island (punta nord) alle 20:46 del 31 Dicembre 2013".
Al momento il sistema si basa su 19 dispositivi di monitoraggio collegati a 338 esemplari taggati. Ma poiché, naturalmente, ci sono molti altri squali sfuggiti al meccanismo di tracciaggio e aree non coperte dal network, la nuova vedetta-social affiancherà i più comuni strumenti di allerta squali: le segnalazioni dei bagnanti e le ricognizioni in elicottero.
Anche così, non è possibile setacciare ogni chilometro quadrato di mare. Laddove la tecnologia non arriva si spera in un po' di buon senso, e fortuna.
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