Come sarebbe una vita senza pubblicità? Se lo sono chiesto alcuni artisti moderni, un po' creativi e un po' smanettoni, che hanno sviluppato dei software capaci di eliminare, almeno virtualmente, marchi e proposte commerciali da ciò che vediamo. (Focus.it, 15 novembre 2010)
Stufi della solita pubblicità? Provate con la realtà... diminuita, una nuova forma di arte digitale che applica a smartphone e videocamere le più recenti tecnologie per eliminare dal nostro campo visivo, almeno virtualmente, loghi, insegne e cartelloni pubblicitari. È insomma l’esatto contrario della realtà aumentata, quell’insieme di applicazioni grazie che permettono a telefonini, webcam e occhi elettronici vari di farci vedere cose che nella realtà non ci sono (scopri il sistema solare in realtà aumentata di Focus).
Jeff Crouse, un artista newyorkese, ha sviluppato Unlogo, un programma capace di identificare i marchi aziendali all’interno di un flusso video, per esempio generato dalla telecamera di uncellulare, e sostiturli con qualcosa d’altro. L’ultima versione del suo sofware visualizza, al posto dei loghi delle aziende, la faccia del rispettivo amministratore delegato. Non male! Jeff continua comunque a sviluppare il suo codice con l’obiettivo di mettere a punto un filtro che elimini le pubblicità dai filmini domestici.
Julian Oliver, un designer di Berlino, si è spinto oltre e ha realizzaro Artvertiser: un paio di occhiali elettronici (vedi foto) che, una volta indossati, sostituiscono i cartelloni publicitari con opere d’arte.
Ma la realtà diminuita può essera anche uno strumento di denuncia: Mark Skwarek, un giovane artista digitale americano particolarmente arrabbiato con la BP per il disastro del Golfo Messico, sviluppato un application per smartphone capace di riconoscere i loghi della BP quando vengono inquadrati con la fotocamera del telefono e di visualizzare al loro posto una copiosa perdita di petrolio che sommerge tutto ciò che c’è nelle vicinanze.
>, spiega Mark ai media. Chissà cosa ne pensano gli ambientalisti...
Stufi della solita pubblicità? Provate con la realtà... diminuita, una nuova forma di arte digitale che applica a smartphone e videocamere le più recenti tecnologie per eliminare dal nostro campo visivo, almeno virtualmente, loghi, insegne e cartelloni pubblicitari. È insomma l’esatto contrario della realtà aumentata, quell’insieme di applicazioni grazie che permettono a telefonini, webcam e occhi elettronici vari di farci vedere cose che nella realtà non ci sono (scopri il sistema solare in realtà aumentata di Focus).
Jeff Crouse, un artista newyorkese, ha sviluppato Unlogo, un programma capace di identificare i marchi aziendali all’interno di un flusso video, per esempio generato dalla telecamera di uncellulare, e sostiturli con qualcosa d’altro. L’ultima versione del suo sofware visualizza, al posto dei loghi delle aziende, la faccia del rispettivo amministratore delegato. Non male! Jeff continua comunque a sviluppare il suo codice con l’obiettivo di mettere a punto un filtro che elimini le pubblicità dai filmini domestici.
Julian Oliver, un designer di Berlino, si è spinto oltre e ha realizzaro Artvertiser: un paio di occhiali elettronici (vedi foto) che, una volta indossati, sostituiscono i cartelloni publicitari con opere d’arte.
Ma la realtà diminuita può essera anche uno strumento di denuncia: Mark Skwarek, un giovane artista digitale americano particolarmente arrabbiato con la BP per il disastro del Golfo Messico, sviluppato un application per smartphone capace di riconoscere i loghi della BP quando vengono inquadrati con la fotocamera del telefono e di visualizzare al loro posto una copiosa perdita di petrolio che sommerge tutto ciò che c’è nelle vicinanze.
>, spiega Mark ai media. Chissà cosa ne pensano gli ambientalisti...