di Luca Busani
Le forze dell’ordine sono una spesa tutt’altro che irrilevante per uno Paese. E, in tempo di crisi, bisogna tagliare dov’è possibile e arriva il poliziotto virtuale per risolvere i casi che non rappresentano una questione di "vita e di morte".
"Il poliziotto virtuale non arresta nessuno, ma risolve tanti piccoli problemi"
Tanti piccoli problemi - Buona parte del lavoro svolto dai corpi di Polizia, a conti fatti, si riduce a dispute quasi banali e denunce di crimini già perpetrati, con un rischio di recidiva pressoché nullo. Tante beghe che portano via tempo prezioso a indagini ben più complesse e sicuramente più importanti, che in questo modo vengono penalizzate, a causa della solita penuria di personale. E quando l’economia è in crisi, tutto va in crisi.
Un poliziotto sempre online - A Reno, in Nevada (Stati Uniti), stanno sperimentando - dall’inizio dell’anno - un poliziotto virtuale, che funziona sia tramite computer - collegandosi al sito della centrale di Polizia - sia tramite il più tradizionale centralino telefonico. Certo, non offrirà all’interlocutore un vero “faccia a faccia”, ma può comunque aiutarlo a sporgere denuncia per tutti quei crimini che non rappresentano un’emergenza, come piccoli furti e atti vandalici. Il sistema, inoltre, guida l’utente nella scelta del dipartimento di competenza e lo informa se è il caso di presentare la denuncia di persona.
Agente Maria Evans - Reno non è l’unica città americana a vantare un poliziotto virtuale… prova a chiedere dell’agente Maria Evans in North Carolina. La “poliziotta”, nonostante sia in servizio dal maggio dello scorso anno, è una sorta di “fantasma” che nessuno ha mai incontrato di persona, semplicemente perché non esiste. Si tratta, infatti, di un’intelligenza artificiale molto avanzata, che assiste i cittadini che vogliono sporgere denuncia sul sito e che ha contribuito - con il suo lavoro - a ridurre drasticamente il numero di chiamate ed email che riguardano il funzionamento dell’intera procedura online.
Costa la metà - Il sistema è stato sviluppato dalla software house canadese CodeBaby, specializzata nella realizzazione di assistenti virtuali, che l’ha anche “battezzato” Maria Evans - per renderlo più umano e rassicurante - un po’ come ha fatto Apple con Siri. Un’applicazione di questo tipo costa circa 1.000 dollari per lo sviluppo e la configurazione, più un canone mensile di quasi 500 dollari, che comprende la licenza d’uso e l’assistenza: meno della metà dello stipendio di un agente in carne e ossa.
Congedato con onore - Il primo poliziotto virtuale spetta, però, al Colorado, dov’è entrato in azione nell'ormai lontano 2009. Il sistema, dopo oltre due anni di onorato servizio, è stato appena “congedato” dopo l’ennesimo taglio dei fondi, ma i suoi colleghi già lo rimpiangono… hanno, infatti, notato un sensibile aumento del carico di lavoro, soprattutto a causa dei reati più piccoli e futili, che prima venivano risolti in pochi minuti via Internet, in modo del tutto automatico.
Arriverà in Italia? - Al momento nessuno sembra aver proposto qualcosa di simile qui da noi e l’introduzione del poliziotto virtuale è un’ipotesi piuttosto remota, anche se, per quanto possa costare caro, sarebbe certamente più economico della dozzina di bracciali elettronici utilizzati dal 2001 ad oggi per i detenuti agli arresti domiciliari. E anche i cittadini l’apprezzerebbero sicuramente di più. (sp)