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La prima settimana di ottobre si apre per Apple con il lancio dell’ iPhone 4S e si chiude con il triste annuncio della morte di Steve Jobs. Le prenotazioni del nuovo melafonino sono alle stelle e parte del merito, almeno negli States, va anche all’atteso sistema di comandi vocali chiamato Siri. Sarà migliore di quello di Android?
“Riuscirà l’assistente vocale di Apple a battere quello di Google?”
Assistente vocale - La dimostrazione di Siri durante il keynote dello scorso 4 ottobre è stata più che sconvolgente perché il nuovo iPhone 4S riusciva a rispondere con semplicità a tutte le domande che gli venivano poste: dal classico "che tempo farà domani?" fino al "dovrò usare l'ombrello domani?". La prontezza di riflessi “linguistici” del nuovo iOS5 - anche quando si è trattato di fissare un appuntamento e rispondere a un messaggio con il solo ausilio della voce del suo “padrone” - si è rivelata perfetta. Tutto sembrerebbe quasi uscito da un film di fantascienza, anche se, prima di gridare alla rivoluzione, sarebbe il caso di fare alcune rapide riflessioni.
E in italiano? - Il sistema sviluppato da Apple innanzitutto reagiva a comandi impartiti in lingua inglese e bisogna ancora valutarne il risultato in altre lingue. L’italiano, in particolare, è costituito da una grande varietà di dialetti e di cadenze che il sistema dovrà essere in grado di comprendere e interpretare correttamente per mettere in condizioni chiunque di impartire ordini e dettare allo smartphone. Serviranno di sicuro mesi di test per raggiungere una buona percentuale di precisione. È lo stesso problema che sta affrontando Microsoft con i comandi vocali di Kinect che arriveranno in Italia con grande ritardo solo in tempo per il prossimo Natale.
Android poliglotta - Altro dettaglio da non trascurare è la presenza sugli smartphone Android di una ricerca vocale che funziona in maniera più che buona già nella nostra lingua e che consente di eseguire un gran numero di azioni facendo gridare al miracolo i fan dell’azienda di Cupertino. Google, in pratica, è già riuscita - non senza difficoltà - a sviluppare un sistema in grado di rilevare le varie sfaccettature della nostra lingua, anche se qualche volta bisogna scandire le parole sforzandosi di essere i più precisi possibili.
Siri nostrano - Adesso spetta ad Apple dimostrare che il suo Siri sarà all'altezza delle attese e soprattutto di portare il suo assistente vocale presto anche nel nostro Bel Paese.
La concorrenza, d’altronde, è più che agguerrita e nessuno può permettersi di abbassare la guardia. (sp)
Mario De Rosa
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