Ne avevamo parlato tempo fa qui e sembra che la situazione stia inesorabilmente continuando a peggiorare per noi giocatori. Sull'esempio della Electronic Arts ecco infatti che Sony ed Ubisoft utilizzeranno nei loro prossimi titoli un codice univoco il quale, un pò come avviene da sempre per i giochi PC, consentirà l'accesso ai contenuti online solamente al primo utilizzo. Questo naturalmente porterà l'eventuale secondo possessore a dover necessariamente sborsare ulteriori euro per acquistare una nuova licenza. Tutto ciò per evitare naturalmente che i suddetti titoli vengano rivenduti come usati andando a rendere totalmente nulle le entrate per le varie case di distribuzione. Il problema tuttavia inizia a farsi sentire ed a rimetterci come sempre sono gli utenti finali i quali, anche nel caso vogliano rivendere privatamente i loro giochi ad un amico, sono costretti a diminuire notevolmente il prezzo in quanto bisognerà considerare nella transazione l'acquisto di un ulteriore pass (costo che varia dai cinque ai dieci euro). A restare tuttavia immutato è il costo iniziale del prodotto che, restando sui settanta euro va a scendere notevolmente il margine di guadagno dell'utente che in pratica si vede vincolato a spendere cifre enormi per poter vivere le avventure dei propri eroi videoludici e successivamente, nel migliore dei casi, recuperare appena il 30% della cifra. Sembrano invece inalterati i dati di vendita delle varie società di retail le quali hanno semplicemente diminuito il costo di ritiro dei vari giochi usati contenenti pass per l'online e che anzi hanno visto aumentare il numero di persone costrette a riportarli in negozio in quanto se una volta si poteva recuperare qualche euro in più privatamente ora viene ad essere molto più difficile farlo.
La morale dell'equazione è che il prodotto costa la stessa cifra mentre la rivendita è crollata ed il risultato è un sacrificio sempre maggiore dei poveri videogiocatori italiani. Nonostante su alcuni forum si inizino ad osservare le reazioni dei consumatori i quali in alcuni casi dichiarano di voler boicottare le suddette software house bisogna inevitabilmente ricordare che il prezzo dei videogiochi è cosi' alto solamente in Italia e che negli altri Paesi europei grazie a delle tasse inferiori il costo dei vari titoli viene ad essere conseguentemente più basso andando quindi a diminuire il gap fra acquisto e rivendita. Possiamo quindi dichiarare che fra tutti i penalizzati noi lo siamo di più e che inoltre la nostra voce raramente viene ad essere considerata in un mercato che ci vede come un piccolo bacino di utenza.
Che il mercato delle console diventerà simile a quello PC? Lo scopriremo a nostre spese nei prossimi mesi.
Mario De Rosa