Il 19 febbraio 2008 Toshiba annunciava la fine del progetto HD-DVD e dichiarava allo stesso tempo la vittoria del formato Blu-Ray. Milioni di investitori hanno visto fallire un progetto inizialmente appoggiato da tantissime major cinematografiche e solo in un secondo momento abbandonato a sé stesso. Da quel giorno in poi la strada è stata spianata e la concorrenza azzerata totalmente per la Sony ed il suo raggio blu. Vediamo quindi cosa è successo al suo formato in questo breve riassunto degli ultimi tre anni di mercato.
Il Blu-Ray viveva il confronto con il suo rivale in maniera impari in quanto alcune tecnologie erano presenti solo nel formato HD-DVD, ma fortunatamente con le ultime implementazioni come il picture-into-picture, che permette ad esempio di visionare il vostro film preferito con affiancato il commento del regista, sono state perfezionate ed inserite ormai quasi in tutti i nuovi titoli. Questo naturalmente perché l’unico supporto HD presente in pratica sul mercato non può che vantare la totalità dell’appoggio da parte di sviluppatori e case cinematografiche. Il gap in pratica è stato superato postumo e per mancanza di validi concorrenti ed anche se ancora qualcuno inserisce nel proprio lettore un HD-DVD per godersi un Matrix o un Blade Runner la sensazione è comunque divenuta totalmente vintage.
Fortunatamente dal punto di vista del consumatore l’affermarsi di un unico formato ha permesso anche una distribuzione più rapida e capillare dello stesso ed il risultato è una vasta esposizione di Blu-Ray economici presenti in pratica in ogni grande centro di distribuzione.
Mancano ancora tuttavia moltissimi titoli che potrebbero essere definiti da molti “secondari” ma che determinano o meno l’affermazione complessiva del formato. Le vecchie produzioni italiane sono infatti ancora poche e vedere una edizione HD di un film di Troisi o di Alberto Sordi è un evento più unico che raro.
A noi consumatori e magari collezionisti non resta che attendere inermi che il mercato avanzi e magari concederci qualche breve “momento vintage”.
Mario De Rosa