Forse tra qualche tempo riusciremo a fare luce nelle nostre case con i fogli di alluminio che siamo abituati a usare per incartare gli alimenti. All'Università dell'Illinois (Usa) hanno infatti messo a punto un nuovo tipo di illuminazione senza le classiche lampadine o i neon. Il principio è apparentemente semplice: un comune foglio di alluminio viene immerso in un acido che produce sulla sua superficie un'infinità di minuscoli buchi e trasforma la composizione chimica dell'alluminio in un ossido che rende il foglio più resistente. In questo modo si viene a creare una sorta di maglia che diventa incandescente al passaggio dell'elettricità, generando luce. Posto tra due strati di vetro, il foglio di alluminio è pronto così a illuminare case e uffici. Ma non solo. Se il primo obiettivo della ricerca era quello di mettere a punto una lampada a basso costo, in laboratorio hanno ipotizzato una sua possibile applicazione in dermatologia, per curare la psoriasi. La malattia della pelle viene infatti trattata con impulsi di luce e, invece di costose sedute sotto le lanmpade, una benda luminosa in alluminio potrebbe essere utilizzata a casa direttamente dal paziente. (Foto - La lampadina più famosa del mondo: costruita da Edison nel 1883, il filamento è in carbone di bamboo.)