Il problema del surriscaldamento globale, che si trascina dietro innumerevoli altre piaghe, è sempre in primo piano e un rapporto, presentato al "The Critical Decade" dalla Climate Commission istituita dal governo australiano, ne mostra le probabili conseguenze sul Paese in base agli studi effettuati negli ultimi anni. Una delle peggiori consiste nell'innalzamento del livello del mare.
Proprio questo aspetto preoccupa decisamente l'Australia, in quanto diverse città importanti sorgono sulla costa, Sidney e Melbourne in particolare, e potrebbero subire danni enormi. Si prevede, infatti, che il livello delle acque possa innalzarsi fino ad un metro, nella peggiore delle ipotesi, ma non meno di 0,5 metri, entro il 2100: è facilmente intuibile la gravità di una eventuale futura conferma di queste previsioni. Altro grave impatto ecologico è causato dal CO2 assorbito dall'Oceano che danneggerà la Barriera Corallina australiana. "Questo è il decennio critico" sostengono gli scienziati. La soluzione sarebbe quella di decarbonizzare l'economia e riuscire a passare a fonti di energia rinnovabili entro il 2050. Questo è un cambiamento difficile da realizzarsi in quanto l'Australia punta tantissimo sul carbone, basti pensare che l'80% dell'energia elettrica del paese deriva dallo sfruttamento di questa risorsa.
Se la politica climatica australiana decidesse di intraprendere la via "ecologica" - vista la gravità del rapporto - sarebbe un passo enorme per tutta l'umanità e potrebbe coinvolgere il resto del globo, a mo' di "effetto domino", a cogliere l'estrema necessità di cambiamento che necessità la Terra. (ga)