Sembra incredibile, ma nel XXI secolo è ancora possibile perdere nel nulla un grande aereo passeggeri lungo più di 60 metri e con 250 persone a bordo. L'ultimo in ordine cronologico è il volo MH370 della Malaysian Airlines, partito da Kuala Lumpur l'8 marzo 2014 e mai arrivato a Pechino, del quale sono stati probabilmente trovati i primi rottami solo nei giorni scorsi.
Prove di disastro aereo. Per risolvere almeno questo aspetto di una tragedia aerea, la Nasa sta sperimentando un sistema che, in caso di incidente, invii in tempo reale un segnale con la corretta posizione del velivolo alle autorità di controllo aeronautico.
L'obiettivo dei tecnici americani è quello di trovare la miglior collocazione possibile per questo apparato, in modo che possa continuare a funzionare anche dopo un impatto particolarmente violento.
Il video qui sopra mostra da diverse angolazioni una fase dei test: lo schianto di un piccolo aereo da turismo pilotato da due dummies, i manichini utilizzati nei crash test. In questa simulazione gran parte dell'energia dell'impatto è stata assorbita dal terreno morbido e i due occupanti, pur se mal ridotti, "tecnicamente" sono usciti vivi dalla cabina.
Anche il localizzatore sembra aver funzionato correttamente, e dopo l'urto ha inviato il segnale con la posizione dell'aereo.
A prova di incidente. Questo è il secondo esperimento di questo tipo condotto dalla Nasa: nella prima simulazione l'aereo è stato fatto cadere sul cemento, dove è scivolato per parecchi metri. L'ultimo test è previsto tra qualche settimana: una volta completate le misurazioni i tecnici dovrebbero avere le informazioni necessarie per decidere dove montare i segnalatori.
Intanto le autorità internazionali stanno studiando i resti dell'aereo rivenuti su una spiagga delle isole della Rèunion per capire se appartengono davvero al volo della Malaysian del quale nessuno sa più nulla da oltre 16 mesi.