Gli additivi vengono aggiunti agli alimenti per conservarne nel tempo sapore, forma, colore e per mantenerne la salubrità. La naturale proliferazione di batteri e muffe inizia infatti già durante il processo di lavorazione e il trasporto. L’integrità va poi garantita anche per i mesi in cui i prodotti restano sugli scaffali. Gli additivi autorizzati dalla legge italiana sono di origine naturale e sintetica.
Tra i più utilizzati ci sono gli antimicrobici, come l’acido sorbico (E 200) e l’acido lattico (E 270), e gli antiossidanti, che contrastano la degenerazione di pigmenti e vitamine, come i tocoferoli (E 306), impiegati per stabilizzare oli e grassi, e l’acido citrico (E 330), utilizzato negli alimenti freschi. Infine ci sono gli emulsionanti che mantengono l’amalgama tra due sostanze che non si mescolano tra loro: lecitina (E 322), sorbitan-monopalmitato (E 495). A queste sostanze si aggiungono edulcoranti: sorbitolo (E 420) e xilitolo (E 967); stimolanti del sapore come acido glutammico (E 620); e coloranti come antociani (E 163) e clorofille (E 140).